I sigilli medievali in ceralacca potrebbero rivelarsi una miniera di informazioni storiche e giuridiche. Ad affermarlo sono i professori della britannica Lincoln University, fondatori del progetto Imprint che si occuperà di analizzare le impronte digitali rimaste casualmente impresse nella cera. Le impronte verranno individuate utilizzando un Crime Lite Imager e il Sistema Automatizzato di Identificazione delle Impronte (AFIS), che si serve di algoritmi per analizzare i dati raccolti. Al termine della ricerca il materiale sarà messo a disposizione in un archivio online.
A caccia di IMpronte. I ricercatori passeranno al setaccio migliaia di sigilli del XII-XIV secolo in cerca di impronte digitali. Non tutti i "timbri" in ceralacca le contengono: durante la fase pilota della ricerca è emerso che solo il 37% dei 1500 documenti analizzati riportava questi dati e che spesso le stesse impronte ricorrevano in più documenti distinti.
Smascherare le truffe. Carte legali, bolle di pagamento, transazioni finanziarie: i sigilli nel Medioevo erano l'equivalente delle moderne firme e delle carte di credito. Individuare chi li apponeva potrebbe far emergere nuove informazioni sulla struttura del sistema sociale inglese di ottocento anni fa, oltre a smascherare eventuali truffe commerciali e giudiziarie avvenute ai tempi. «Lo studio darà anche un contributo importante ai dibattiti attuali in tema di medicina legale, con nuove informazioni riguardo l'unicità delle impronte digitali», ha aggiunto la professoressa Philippa Hoskin.