Il volto di un uomo morto e mummificato 3000 anni fa ricostruito in 3D grazie a una speciale TAC e alla passione di un gruppo di ricercatori italiani.
La TAC della mummia (a sinistra) e la ricostruzione del suo volto. I ricercatori non hanno aggiunto il colore degli occhi o i capelli che non sono ricavabili dall'analisi del cranio. (Ingrandisci l'immagine. © Cesarani, Martina, Grilletto, Boano, Donadoni Roveri, Capussotto, Giuliano, Celia, Gandini) |
Forse questi giorni sono finiti.
Tutto merito di alcuni ricercatori italiani che per la prima volta sono riusciti a ricostruire un modello a tre dimensioni di una mummia conservata al Museo egizio di Torino. Il volto di Harwa, un artigiano vissuto 3000 anni fa è tornato a farsi vedere senza togliersi le bende.
Sotto i raggi. La mummia è stata sottoposta a una TAC tridimensionale che ha “scattato” 355 immagini ai raggi X in pochi secondi. Grazie a una nuova tecnica, i ricercatori guidati da Federico Cesarani hanno composto le immagini che rappresentavano migliaia di sezioni del cranio, ciascuna spessa 0,6 millimetri, in un'unica immagine tridimensionale. Sono così riusciti a determinare, con precisione millimetrica, dove finisce la pelle e iniziano le bende.
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Identikit. Con l'aiuto di antropologi ed esperti della polizia scientifica di Torino, il capo di Harwa è stato ricostruito perfettamente: l'uomo aveva circa 45 anni al momento della morte, denti non particolarmente curati e un neo sulla tempia sinistra. Il cervello non c'è più, probabilmente asportato attraverso il naso, una pratica di imbalsamazione abbastanza comune. (Notizia aggiornata al 2 settembre 2004) |