La ricerca di un team di fisici secondo i quali gli Egizi avrebbero bagnato la sabbia per diminuire l'attrito e far scivolare meglio i traini ha fatto il giro del mondo. Ne abbiamo parlato anche noi in questa notizia dove spiegavamo il funzionamento in laboratorio di questo "trucchetto".
Ma utilizzare questo sistema, in un cantiere in mezzo al deserto, era possibile? Assolutamente no, spiega uno dei massimi esperti di costruzioni di piramidi, Marco Virginio Fiorini, autore del libro "Nel cantiere della grande piramide - Gli architetti egizi svelati".
L'esperimento dei fisici
Il test eseguito dai fisici è stato fatto in laboratorio utilizzando uno strato di sabbia asciutta spalmata su un piano perfetto. Un modellino di slitta sormontato da un peso è stato trascinato, per mezzo di un cavetto d’acciaio, per qualche decimetro (o metro). La slitta pur scivolando sulla sabbia, ne spostava una buona parte. Questa, ovviamente, si accumulava davanti alla slitta stessa impedendone, a un certo momento, il corretto avanzamento.
Bagnando invece la sabbia con una limitata quantità di acqua (non troppa) la slitta accumulava molto meno sabbia, procedendo quindi con più facilità.
La realtà del cantiere
Spiega Fiorini: «La simulazione di laboratorio è del tutto teorica ed è irrealizzabile in un cantiere dove ci sono migliaia di differenze e complicazioni». Vediamo le principali con le parole di Fiorini:
1. Intanto non c’è un piano perfetto. Il sito di Giza ha dei dislivelli enormi. Si passa da + 15 metri slm, dove si trova l'antico porto sul Nilo, a + 60 m slm, l'altezza cui si trova la base della piramide di Cheope. I 45 metri di dislivello sono equivalenti ad un edifico di 15 piani! Altro che piano perfetto.
2. Il fondo del altipiano di Giza è costituito da sabbia, ma anche da pietrame in ghiaia e roccia viva. Il tutto pieno di buchi, spunzoni e irregolarità varie! Altro che liscio…
3. Inoltre se centinaia di persone aiutate da buoi trascinavano il blocco dal davanti, avanzando avrebbero con i piedi e gli zoccoli rovinato un ipotetico “piano perfetto” fatto di sabbia, annullando quindi ogni vantaggio…
4. Non dimentichiamoci poi che siamo nel deserto dove è difficilissimo approvvigionarsi di acqua, specie a quell'epoca.
Queste considerazioni - secondo Fiorini - sono sufficienti a rendere lo stratagemma trovato dai fisici difficilmente applicabile alla realtà di un cantiere di 48 secoli fa.
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