Ne abbiamo parlato qualche mese fa: l'archeologo sottomarino Barry Clifford aveva annunciato di avere individuato a largo di Cap Haitien i resti della Santa Maria, la più grande nella flotta di Colombo alla volta delle Americhe. Su richiesta del governo haitiano, l'Unesco ha inviato a settembre nell'area del ritrovamento una missione di esperti per stabilire se il relitto fosse effettivamente quello della celebre nave ammiraglia affondata nella notte tra il 24 e il 25 dicembre del 1492.
Prove schiaccianti. Il risultato delle analisi è inconfutabile: quei resti non sono della Santa Maria. Lo ha spiegato il capo della missione, l'esperto di relitti sottomarini Xavier Nieto Prieto. Innanzitutto, gli elementi di fissaggio (simili a chiodi) trovati sul posto sono in bronzo e alcuni resti di quello che potrebbe essere lo strato di copertura dello scafo sono in rame. Questo è l'indizio più rilevante e posticipa la data di costruzione della nave almeno alla fine del 1600. Prima di allora viti e chiodi erano costruiti in ferro o legno.
Distanze. L'altra prova è che la zona del ritrovamento è approssimativamente quella descritta nel diario di Colombo trascritto da Bartolomeo de las Casas, ma in base a quanto riportato nel documento il relitto è troppo lontano dalla costa.
Sempre basandosi sul diario di viaggio di Cristoforo Colombo gli esperti hanno individuato tre zone in cui la vera Santa Maria potrebbe trovarsi attualmente e nessuno dei tre coincide con Coque Vieille (dove è avvenuto il ritrovamento).
L'invito degli esperti. Secondo Barry Clifford la nave sarebbe stata erosa e fatta a pezzi dal moto delle acque, lasciando i suoi resti sul fondale, ma secondo gli esperti è anche probabile che la Santa Maria sia stata sepolta nei secoli dalla massiccia sedimentazione causata dai numerosi fiumi presenti nella zona.
Gli esperti della missione Unesco hanno colto l'occasione per ricordare che Haiti ha ratificato nel 2009 la Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo e per incoraggiare il paese a valorizzare e proteggere il suo patrimonio, spesso oggetto di incursioni non autorizzate e saccheggiamenti.
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