La notizia rimbalza da un paio di giorni su molte autorevoli fonti web: Barry Clifford, un archeologo sottomarino americano, è convinto di aver trovato i resti della Santa Maria, la più grande delle navi utilizzate da Colombo nel celeberrimo viaggio attraverso l'Atlantico del 1492, nelle acque al largo di Cap-Haitien, a nord di Haiti.
Una fine ingloriosa
Il relitto si trova a meno di 6 metri di profondità in un'area non più grande di due campi da calcio, nel punto esatto in cui l'esploratore genovese testimoniò di averlo abbandonato. La nave, una caracca (e non una caravella come comunemente si pensa) lunga 36 metri, era partita il 3 agosto dalla Spagna insieme a La Pinta e La Nina, facendo rotta verso Ovest. Colombo sperava infatti di trovare una rotta occidentale per il commercio con India e Cina, ma la terra che incontrò nell'ottobre dello stesso anno fu quella dell'isola caraibica di Hispaniola, appartenente per metà ad Haiti e per l'altra metà alla Repubblica Dominicana.
La notte di Natale del 1492 la Santa Maria si incagliò contro un reef: Colombo ordinò allora a parte dell'equipaggio di salvare quanto più materiale possibile dalla nave e di usarlo per costruire un forte, La Navidad, sulla costa settentrionale dell'odierna Haiti. Abbandonata la nave al suo destino, fece ritorno in Spagna con le altre due.
Artiglieria pesante
La presunta località del forte, stabilita da precedenti rilievi archeologici, si troverebbe in prossimità del relitto. Ma è soprattutto la presenza, sui resti della nave, di un cannone occidentale in ferro battuto del 15esimo secolo che spinge Clifford a credere si tratti dell'ammiraglia di Colombo. Questo cannone, presente sulla nave nel 2003, durante una delle prime esplorazioni del sito di Clifford, è stato poi sottratto da alcuni ladri di reperti. Ma le foto scattate dall'archeologo durante i rilievi di quell'anno ne documentano la presenza a bordo.
Prove a sfavore
Proprio la presenza del cannone secondo i detrattori di Clifford, farebbe credere che non si tratti della Santa Maria. «Perché Colombo avrebbe dovuto lasciare i cannoni a bordo se pensò a salvare così tante altre parti della nave?» si chiede Daniel Koski-Karell, un altro archeologo imbattutosi per la prima volta nel relitto nel 1987. Per Koski-Karell, le acque intorno ad Haiti sono piene di storia e di relitti di navi, e l'archeologo si mostra scettico sull'attribuzione a Colombo di questa nave.
Intanto il governo di Haiti, su pressione di Clifford, si sta adoperando per mettere il sito archeologico sotto protezione: se la nave si rivelasse realmente la Santa Maria, per l'isola - vessata dal terremoto del 2010 e dalle più recenti epidemie di colera - potrebbe significare una preziosa attrattiva turistica.
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