Il suo nome scientifico è Cyperus rotundus, ma chi lavora la terra la conosce come erba pepa, zigolo infestante, quadrella: è una pianta infestante difficile da debellare, tanto diffusa e fastidiosa da meritarsi il soprannome di "peggiore erbaccia del mondo".
Se non puoi estirparla... mangiala. Anziché combatterla, i nostri antenati la ingerivano, e a giudicare dallo stato dei loro denti si direbbe avessero ragione loro. Tracce del consumo di questa pianta sono state trovate nella placca dentale di una comunità agricola vissuta a Al Khiday, in Sudan, 2 mila anni fa.
Sempre nel piatto. Le analisi del materiale trovato tra i denti dei 20 scheletri fanno pensare che l'erba pepa fosse un elemento costante della loro dieta, benché a quell'epoca le tecniche agricole fossero già piuttosto avanzate, e quelle popolazioni avessero a disposizione cibi ben più allettanti. Il motivo della strana preferenza alimentare si evince forse dalle condizioni del "sorriso" dei resti esaminati.
Meglio del colluttorio. Meno dell'1% degli scheletri mostra segni di carie o ascessi, un fatto molto raro per le antiche comunità agricole, il cui alto consumo di zuccheri metteva a rischio la salute dentale. Può darsi che questa popolazione consumasse l'erbaccia amara per le sue proprietà medicinali, magari dopo averla cotta, per attenuarne il sapore forte.
Cure inconsapevoli. Le analisi su scheletri locali ben più antichi, precedenti la nascita dell'agricoltura, indicano che la pianta veniva consumata come cibo. L'abitudine a mangiarla potrebbe essere rimasta anche dopo l'avvio dell'attività agricola, semplicemente perché "faceva bene". Difficile che all'epoca si scegliesse di usarla - consapevolmente - come antibatterico per il cavo orale.