Nella piramide di Cheope esiste un corridoio nascosto la cui funzione è ancora un mistero. L'ipotesi della sua esistenza era già stata avanzata alcuni anni orsono, ora è giunta la conferma da un gruppo di ricercatori egiziani, francesi, canadesi, giapponesi e tedeschi guidati da archeologi dell'Università del Cairo.
Tecnologie indolori. È il risultato del progetto internazionale che dal 2015 studia cosa vi è all'interno della grande piramide della quarta dinastia (2620-2500 a.C. circa) nei siti di Dahshur e Giza, a sud del Cairo. Il progetto denominato ScanPyramids Project, ha utilizzato tecnologie molto particolari che non necessitano scavi o altre indagini che avrebbero potuto danneggiare la struttura della piramide.
La novità sta nell'aver utilizzato la radiografia muonica, una tecnica che misura la quantità di particelle, chiamate muoni, con carica negativa, che si producono dallo scontro dei raggi cosmici con gli atomi dell'alta atmosfera, dopo che queste hanno attraversato corpi solidi. Il metodo che è stato messo a punto da scienziati giapponesi, aveva come scopo iniziale quello di monitorare le variazioni del magma all'interno di un vulcano, tant'è che è stato utilizzato anche per verificare la posizione delle lave all'interno del Vesuvio.
Vuoti nel solido. La tecnologia utilizza diversi sensori che, posizionati in punti particolari, permettono di capire se all'interno di una struttura solida, in questo caso la piramide, vi sono spazi vuoti, come ad esempio cunicoli o camere di cui non si abbia notizia.
Là dove ci sono vuoti il numero di muoni che i sensori raccolgono sono inferiori. I risultati del lungo lavoro, che sono stati pubblicati su Nature Communications, mostrano senza ombra di dubbio l'esistenza di un nuovo corridoio (di un altro tunnel si era parlato nel 2016 e nel 2017) che è lungo circa 9 metri, largo 2,10 metri e alto 2 metri. Il tunnel si nasconde all'interno di grandi blocchi disposti con una forma a "V" rovesciata, sulla faccia settentrionale della piramide. Si trova sopra al tunnel che il Califfo al-Ma'mun fece scavare per entrare nel cuore della piramide e che oggi è utilizzato dai turisti per la visita.
Ne sapremo di più. La prova definitiva dell'esistenza di tale tunnel è arrivata anche grazie ad una micro telecamera che è stata fatta entrare nel corridoio.
Cosa ci faccia un corridoio in quel punto rimane un elemento di discussione: Zahi Hawass, il noto egittologo, sostiene che quel tunnel potrebbe portare alla vera stanza di sepoltura del faraone Cheope, mentre per altri archeologi non sarebbe altro che il risultato della sistemazione dei massi con un ordine tale da ridurre il peso gravante sul passaggio che partiva dall'ingresso originario.
La partita è aperta, ne sapremo di più grazie a ulteriori indagini.