Ben prima di papa Gregorio XIII (1501-1585) e del suo calendario gregoriano, i turchi tenevano già conto di giorni, stagioni e anni con un calendario solare: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Time and Mind, che ha analizzato le incisioni del complesso di Göbekli Tepe, un sito archeologico nel sud della Turchia abitato già 12.000 anni fa.
V per ventiquattrore. Quello che ha catturato l'attenzione degli studiosi sono stati i simboli incisi su una colonna – 365 "V" che rappresenterebbero i singoli giorni dell'anno, ovvero 12 mesi lunari più 11 giorni extra. Gli incisori avrebbero inoltre dato particolare risalto al solstizio d'estate, rappresentato da una bestia con le sembianze di uccello con una "V" appesa al collo.
Colpa di una cometa. L'interesse per la creazione di un calendario solare sarebbe stato scatenato dall'impatto di una cometa con il nostro Pianeta (detto impatto cosmico del Dryas recente), che nel 10.850 a.C. circa diede il via a una mini era glaciale che durò 1.300 anni, provocando l'estinzione di diverse specie animali.
Una delle colonne del sito archeologico rappresenterebbe lo sciame meteorico delle Tauridi, che si pensa sia stato l'origine dei frammenti di comete che caddero sul nostro Pianeta per 27 giorni.
«Gli abitanti di Göbekli Tepe erano grandi osservatori del cielo», afferma Martin Sweatman, coordinatore della ricerca, che spiega come l'impatto della cometa avrebbe favorito la nascita di una nuova religione e lo sviluppo della civilizzazione e dell'agricoltura, nata dalla necessità di sopravvivere al clima gelido.
Astronomi provetti. Oltre a tener conto di giorni e stagioni, le incisioni monitoravano anche i cicli lunari e solari – cosa che non verrà fatta fino a "diversi millenni" dopo.
«Se la nostra interpretazione è corretta», si legge a conclusione della ricerca, «quanto scoperto implica che le conoscenze astronomiche durante la transizione tra Paleolitico e Neolitico erano molto più avanzate di quanto pensassimo; sembra, inoltre, che sia stata utilizzata, e forse ideata, una forma primitiva di protoscrittura astronomica creata per avvisare le generazioni future dei pericoli cosmici cui andavano incontro».