Luoghi di riposo per i morti, osservatori celesti per i vivi: la tombe a galleria (o a corridoio), sepolcri megalitici sotterranei caratterizzati da un ingresso lungo e stretto, diffusi in Europa nel Neolitico e nell'Età del Bronzo, erano forse usate per ammirare le stelle.
È l'ipotesi di Fabio Silva, archeoastronomo dell'University of Wales Trinity Saint David (Regno Unito). Analizzando alcuni di questi sepolcri costruiti in Portogallo 6.000 anni fa, Silva si è accorto che erano allineati in modo da rivelare in anticipo il sorgere della stella Aldebaran, nel cielo dell'alba della fine di aprile.
Sorvegliato speciale. La forma del corridoio di accesso permetteva di "zoomare" sull'astro, schermandolo dalle fonti luminose circostanti. In questo modo lo si poteva scorgere non appena spuntava dall'orizzonte, e nonostante fosse ancora poco brillante.
Alla comparsa degli astri erano legati eventi particolari: nel caso degli insediamenti portoghesi studiati da Silva, a fine aprile si conducevano le greggi ai pascoli estivi. Scorgere la stella che dava il via alla transumanza aveva quindi un significato importante.
Antidoto alla paura. Di tombe con "doppie destinazioni" potrebbe essere cosparsa l'Europa intera. Per Silva, questi luoghi erano anche deputati a riti di passaggio per gli adolescenti. Si può immaginare che i ragazzi, costretti a pernottare accanto ai corpi dei defunti, esorcizzassero il terrore osservando il sorgere delle stelle. O del Sole: un quinto delle 130 tombe a galleria rinvenute da un altro archeologo in Irlanda risulta allineato con il punto in cui il Sole sorgeva o tramontava nei giorni dei solstizi.