L'utilizzo di materiali di risulta in edilizia non è una novità e tutt'oggi è facile vedere laterizi e macerie usati come materiale di riempimento nelle ristrutturazioni, per esempio. Una pratica che evita di portare in discarica tonnellate e tonnellate di materiale: quando è nata? Pare l'abbiano usata per la prima volta i Romani (o comunque non ci sono testimonianze precedenti): secondo una ricerca condotta da Allison Emmerson, docente di Studi classici all'Università Tulane (New Orleans), una parte dell'antica Pompei fu costruita con materiali di risulta accumulati per essere utilizzati proprio per quello scopo.
Dopo aver sondato campioni di terreno fuori e dentro le mura di Pompei, il team americano ha trovato frammenti di ceramica, vetro, legno e gesso, e di oggetti come piastrelle, anfore e utensili che, molto probabilmente, venivano accumulati in grandi quantità.
Nuovi edifici. Secondo i ricercatori, tutti questi materiali venivano appositamente raccolti per essere riciclati nella costruzione di muri di nuovi edifici che poi venivano livellati con l'intonaco per nascondere il tutto.
pile di scarti. Prima di questa ipotesi, si pensava che questi materiali trovati a Pompei e dintorni testimoniassero un'operazione di rimozione delle macerie del terremoto del 62 d.C., prima dell'eruzione vulcanica del 79 d.C. che distrusse definitvamente la città di villeggiatura tanto amata da imperatori e nobili romani. Ma il fatto che questi materiali siano stati accumulati anche in epoche precedenti al terremoto sosterrebbe l'ipotesi del riciclo per l'edilizia urbana.