Trovati alcuni oggetti in Siberia centrale. Il loro ritrovamento suggerisce che i primi uomini siano arrivati a latitudini boreali molto prima di quanto finora creduto.
Manichi di lancia utilizzati per una veloce sostituzione delle punte di selce rotte. Sono fatte con il corno di un Rinoceronte lanuto (Coelodonta antiquitatis) e sono state ritrovate nella Siberia artica. Foto: © E. Yu. Girya/Science |
Quando sono arrivati i primi uomini nelle fredde terre della circolo polare artico? I ritrovamenti più antichi facevano risalire l'arrivo a circa 15mila anni fa, ma nuovi reperti hanno messo in dubbio questa consolidata tesi. L'uomo sarebbe arrivato nella zona più settentrionale della Siberia molto prima, circa 31mila anni fa, in piena era glaciale. Vladimir Pitulko, un ricercatore russo, ha infatti ritrovato numerosi artefatti lungo il fiume Yana, nella Siberia centrale, a circa 500 chilometri a nord del circolo polare artico: centinaia di punte e scaglie di pietra lavorate, nonché manichi di lance realizzati con corni di rinoceronti e zanne di mammut.
Passaggio a Nord-est I ritrovamenti hanno elettrizzato la comunità degli archeologi perché potrebbero fornire agli studiosi nuovi elementi per comprendere la diffusione dell'homo sapiens sulla Terra e la popolazione del continente americano, iniziata attraverso il passaggio dello stretto di Bering. Le nuove scoperte potrebbero portare indietro le lancette dell'arrivo dei primi uomini in America. Curiosamente infatti i manichi delle lance ritrovate in Siberia sono molto simili a quelle utilizzate dai primi abitanti americani, gli uomini di Clovis. Il collegamento è ancora molto labile e sarà approfondito da successive ricerche: le lance dell'uomo di Clovis sono infatti più recenti di 16mila anni rispetto a quelle ritrovate sul fiume Yana. Che peraltro si trova a oltre 3000 chilometri dall'America.
(Notizia aggiornata al 7 gennaio 2004)