La morte li ha colti proprio sul più bello, mentre erano impegnati ad accoppiarsi su una roccia della Mongolia interna, 165 milioni di anni fa.
Questi due cercopidi (Anthoscytina perpetua) insetti molto comuni conosciuti volgarmente come "sputacchine" per l'abitudine di rilasciare una schiuma vischiosa sulle piante, costituiscono il più antico fossile di insetti intenti a copulare mai ritrovato.
Trovare fossili animali impegnati nell'accoppiamento è una circostanza piuttosto rara. La coppia unita per sempre è stata rinvenuta grazie alla pazienza certosina di Chungkun Shih, ricercatore della Capital Normal University di Pechino, Cina, che ha trascorso gli ultimi 10 anni a spulciare centinaia di migliaia di fossili di insetti prima di trovare quello giusto. «Ne ho visti più di mezzo milione» racconta «ma solo questo li mostra in amore».
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Il reperto è importante per capire come gli insetti hanno evoluto la vasta gamma di posizioni sessuali che li caratterizza. La maggior parte delle specie di insetti moderne copula con il maschio posizionato sopra alla femmina, anche se le più popolari teorie evolutive vogliono che in origine i ruoli fossero invertiti, con le femmine sistemate sopra al compagno.
Durante la transizione da una posizione all'altra ci sarebbe stata una fase intermedia in cui gli insetti si accoppiavano addome contro addome, nella posizione del "missionario". Le due sputacchine fossili - risalenti all'epoca del Medio Giurassico - si trovano proprio in questa posizione, la stessa assunta, talvolta, anche dai loro moderni eredi: quando sono su un tronco o uno stelo, le sputacchine si accoppiano pancia contro pancia; se si trovano su una foglia, preferiscono affiancarsi.
Il fossile servirebbe a dare maggiore solidità a questa teoria evolutiva. Oltre a costituire una romantica testimonianza della solidità di un rapporto.
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