Un'antica popolazione del Perù proteggeva i membri della propria società anche da morti: secondo uno studio pubblicato su Antiquity, i Chincha, popolazione vissuta in Perù nel XVI secolo, riassemblavano le ossa dei cadaveri disturbati dal passaggio dei conquistadores spagnoli in un modo piuttosto macabro - infilando le vertebre in pali fatti di canne. «Quando i conquistadores europei saccheggiavano le tombe, strappavano i vestiti dei defunti per cercare l'oro e l'argento e nella foga smembravano i cadaveri», spiega Jacob Bongers, coordinatore dello studio.
Col carbonio. I ricercatori, durante l'esplorazione di un sito funerario nella valle di Chincha, a circa 200 km a sud di Lima, si sono ritrovati di fronte a quasi 200 pali ricoperti di vertebre. La datazione al carbonio e altre analisi hanno fatto supporre che le ossa appartenessero a individui morti tra il 1520 e il 1550, quando in Perù ci fu un periodo di carestia ed epidemie. «Le date coincidono all'incirca con l'arrivo degli europei a Chincha, e con l'inizio dei saccheggi», sottolinea Bongers. Secondo i calcoli degli esperti, i cadaveri sarebbero stati ricomposti qualche anno dopo, tra il 1550 e il 1590.
In ordine sparso. L'ipotesi è supportata dal fatto che l'ordine delle vertebre infilate sulle canne non era corretto, e che queste dovevano già essere state separate dallo scheletro prima di venire ricomposte. «Dovevano essere disperse in ordine sparso, e per questo non sono state infilate rispettando il corretto ordine anatomico», spiega Bongers.
Semplice rituale? Nonostante la scoperta sia stata accolta con interesse e sia considerata plausibile anche dagli studiosi che non hanno partecipato allo studio, secondo Bill Sillar, esperto in archeologia andina (University College London), potrebbe esserci un'altra spiegazione: «Trovo sia ugualmente plausibile che questa pratica fosse un rituale adottato dalla popolazione dei Chincha, e che l'intervento degli spagnoli non c'entri», spiega. D'altronde, non sarebbe la prima volta: molte società andine rimaneggiavano i resti dei propri defunti, inclusi gli Inca, che dissotterravano periodicamente le mummie per dar loro da bere.