Storia

I mercenari furono gli artefici della prima vittoria greca su Cartagine

Grazie a studi genetici è emerso che l'esercito greco non era fatto solo di eroi duri e puri, che combattevano con orgoglio civico per difendere le polis (come ci ha tramandato la storiografia antica), ma si avvaleva di soldati mercenari.

Si sa, gli eroi greci son giovani e belli, dentro e fuori, come recita il motto greco kalòs kai agathòs ("bello e valoroso"). I soldati greci, idealizzati dalla storiografia antica, erano forti e coraggiosi, perché il loro obbiettivo era proteggere la polis, la città-Stato greca, che rappresentava l'ideale di democrazia e uguaglianza dei cittadini.

Probabilmente è per questo motivo che gli storici antichi, da Erodoto (484-425 a.C.) fino a Diodoro Siculo (90-27 a.C,), minimizzarono nelle loro cronache la massiccia presenza di soldati mercenari, nella prima battaglia di Himera (480 a.C.), una colonia greca in Sicilia, in cui Siracusani e Agrigentini si unirono per sconfiggere Cartagine.

Orgoglio greco. Chi combatteva al soldo del nemico era considerato nell'antica Grecia l'antitesi dell'eroe tramandato dai poemi omerici, come l'Iliade e l'Odissea, i cui protagonisti, Achille e Ulisse rappresentano l'archetipo dell'eroismo. Achille era il valoroso e invincibile guerriero acheo che combatté finché non venne colpito nell'unico punto vulnerabile, il tallone; mentre l'astuto Ulisse (Odisseo per i Greci) usava armi non convenzionali, incluso l'inganno: fu lui a inventarsi l'idea vincente del cavallo di Troia.

I mercenari, invece, avevano una connotazione negativa nella società greca, considerati avari, corrotti e infedeli, per questo omessi volutamente dalle cronache di guerra. Ma i tiranni che governavano le città della Magna Grecia nell'età ellenica avevano un estremo bisogno di reclutare soldati di ventura sia per le loro mire di espansione territoriale, sia perché avevano bisogno della protezione di guardie del corpo, in quanto molti di loro erano impopolari e osteggiati dalla cittadinanza. Tanto che, il reclutamento di mercenari, contribuì alla diffusione della moneta.

Soldati venuti da lontano. A conferma di questa tesi è stata pubblicata una ricerca sulla National Academy of Sciences. Lo studio dimostra che la maggior parte delle truppe schierate a difesa di Himera, battaglia che segnò la prima vittoria greca contro Cartagine, non erano composte da soldati provenienti dall'Ellade. Si tratta di una rivelazione sorprendente perché la storiografia antica aveva da sempre spacciato la vittoria contro i Cartaginesi come un trionfo fondamentale per l'identità greca, minimizzando il ruolo svolto dai mercenari.

Come spiega David Reich, professore di Genetica presso la Medical School di Harvard e pioniere dell'analisi del Dna nelle popolazioni antiche: «Da quando, nel 2009, è stata scoperta una necropoli a Himera, il sito archeologico ha restituito circa 10mila sepolture su cui si sono concentrati i nostri studi.

Recentemente abbiamo prelevato 54 scheletri dalle fosse comuni, che era il luogo in cui venivano sepolti solitamente i soldati mercenari, per analizzarne il Dna. Abbiamo così scoperto che la maggior parte dei corpi proveniva da luoghi remoti, conosciuti oggi come Ucraina, Lettonia e Bulgaria».

Mercenari - Tempio vittoria Himera
Tempio della Vittoria a Himera, eretto nel 480 a.C. , si trova sul territorio di Termini Imerese. © SalvatoreFicarra86 – Wikimedia Commons

Studi incrociati. Anche le ricerche realizzate in passato da Katherine Reinberger, bioarcheologa dell'Università della Georgia, insieme all'antropologa Laurie Reitsema confermavano la stessa ipotesi. Le studiose hanno comparato i corpi appartenuti ai soldati di due differenti battaglie, che si sono tenute a Himera, una nel 480 a.C. quando le forze greche sconfissero il generale cartaginese Amilcare Mago e una settant'anni dopo, nel 409 a.C., quando il nipote di Amilcare tornò per vendicarsi e Himera fu distrutta.

Il team di Reinberg ha eseguito un'analisi chimica degli isotopi di calcio e stronzio, fissati nello smalto dei denti di 62 soldati (51 protagonisti della prima battaglia del 480 a.C. e 11 relativa allo scontro del 409 a.C.) e confrontandoli con 25 abitanti di Himera è emerso che un terzo dei soldati della prima battaglia erano locali, contro i tre quarti della seconda battaglia. Questo attesterebbe ancora una volta che la vittoria greca usufruì di un bel rinforzo venuto da lontano.

Ultimo indizio: le fosse comuni. Anche secondo Reitsema, i morti trovati nelle anonime fosse comuni sarebbero stati mercenari, perché essendo stranieri, nessuno avrebbe provveduto alla loro sepoltura. I corpi analizzati appartenevano tutti a uomini adulti morti in azione, lo proverebbero tracce di traumi violenti, come punte di lancia conficcate nel corpo. Non sono state ritrovate, invece, armi e armature, probabilmente recuperate dai sopravvissuti sui campi di battaglia.

13 ottobre 2022 Paola Panigas
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