I Romani furono ingeneri eccellenti. "Mi sembra che la grandezza dell'Impero romano si riveli mirabilmente in tre cose, gli acquedotti, le strade, le fognature", scriveva lo storico greco Dionigi d'Alicarnasso (I secolo a.C.). Costruirono anche il ponte sullo Stretto di Messina? Forse sì. Alcuni studiosi ritengono che i Romani avessero unito Calabria e Sicilia con un ponte, seppur provvisorio. La tesi, sulla cui attendibilità ancora si discute, deriva da alcuni frammenti di due autori antichi, Strabone e Plinio il Vecchio (I secolo a.C.-I secolo d.C.), che la ritengono frutto dell'ingegno del comandante Lucio Cecilio Metello. Dopo aver vinto i Cartaginesi sul suolo siciliano nel corso della Prima guerra punica (264-241 a.C.), Metello si trovò nelle mani un immenso bottino, nel quale erano compresi 100 elefanti da guerra.
Per trasportarli nell'Urbe avrebbe deciso dunque di collegare Messana e Regium (Messina e Reggio Calabria) costruendo un ponte galleggiante. Come? Legando delle botti vuote e gettandovi una passerella di tavole, coperte da terra e da altre materie, munita persino di parapetti per evitare che i pachidermi finissero in mare. Stando a Strabone e Plinio, l'impresa riuscì e Metello poté portare il suo prezioso carico attraverso lo Stretto di Messina. Ma se fu davvero così, non lo sapremo mai.