Il 5 maggio cade l'anniversario della morte di Gino Bartali: il popolarissimo ciclista che ha vinto titoli su titoli tra gli anni '30 e '40 scompare nel 2000. Ma Bartali non è stato solamente un mito del ciclismo: gli si attribuisce infatti un ruolo importante nella Storia dell'Italia repubblicana e democratica, e, in più, nel 2013 gli è stato riconosciuto dallo Stato di Israele il titolo di Giusto tra le Nazioni per essersi prodigato, a rischio della vita, in favore di numerosi ebrei ai tempi delle persecuzioni nazifasciste.
Gino Bartali infatti non è soltanto lo sportivo italiano più celebrato in film, serie tv, canzoni o il ciclista leggendario di cui si ricordano le vittorie sportive (tre giri d'Italia e due Tour de France vinti, oltre a quattro titoli di Campione d'Italia). Bartali, durante la Seconda guerra mondiale, si rese infatti protagonista di una serie di rischiose attività in favore di ebrei perseguitati a Firenze, collaborando con il rabbino e con l'arcivescovo della città. In particolare, tra il 1943 e il 1944, fece da corriere tra l'arcivescovado di Firenze e il convento francescano di Assisi: trasportò (tenendoli nascosti all'interno del telaio della sua bicicletta) i documenti necessari per fornire una nuova identità ai perseguitati, per consentire loro di espatriare.

Si dice che scongiurò la guerra civile... Un breve articolo di Focus Domande e Risposte del 2016 si chiedeva cosa sarebbe successo se non avesse vinto il Tour de France del 1948. Perché le tensioni nel nostro Paese, dovute all'attentato a Togliatti avvenuto il 14 luglio di quell'anno, forse non si sarebbero placate facilmente e, nel peggiore dei casi, l'Italia sarebbe potuta andare incontro a una guerra civile. Il segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti, a cui furono sparati alcuni colpi di pistola da un fanatico anticomunista (Antonio Pallante), sopravvisse, ma in tutto il Paese in poche ore iniziarono violente proteste, sfociate in tumulti e scontri di piazza con la polizia, in cui si registrarono morti e centinaia di feriti.
In questo clima di tensione giunse, il 15 luglio, la vittoria di Gino Bartali durante una tappa fondamentale del Tour de France, evento che contribuì, secondo alcuni in maniera decisiva, a rasserenare gli animi coalizzando amici e nemici attorno all'impresa sportiva che ridava lustro a un'Italia mal vista dai francesi per il suo ruolo durante la guerra. A riportare la situazione alla normalità nel Paese aiutarono inoltre, nei giorni seguenti, i ripetuti inviti alla calma dello stesso Togliatti - oltre che una serie di nuove imprese di Bartali, prima del trionfo finale del 25 luglio.
I riconoscimenti. Per il suo impegno a favore degli ebrei durante la guerra ricevette numerose onorificenze, fino alla Medaglia d'oro al merito civile, nel 2005, conferitagli postuma dall'allora presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2013 arrivò infine il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni, conferito dallo Stato d'Israele: e nel maggio del 2018, in occasione della partenza del giro d'Italia da Gerusalemme, ricevette anche la cittadinanza onoraria di Israele.