Si dice che la frase sia stata pronunciata da Galileo Galilei uscendo dal tribunale dell'Inquisizione nel 1633. Costretto all'abiura delle sue teorie astronomiche (aveva sostenuto, come già il collega Copernico, che fosse la Terra a ruotare intorno al Sole e non il contrario), Galileo avrebbe detto ai giudici: "Con cuor sincero e fede non finta, abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie". Aggiungendo però, nell'atto di andarsene: "Eppur si muove", riferendosi alla Terra.
In realtà, la frase gli fu attribuita più tardi, dallo scrittore Giuseppe Baretti. Fu lui a ricostruire così la vicenda nel 1757, in un'antologia scritta in difesa dello scienziato.
Contrasti. La Chiesa è stata più volte accusata di opporsi al progresso scientifico è il caso più emblematico è quello di Galileo Galilei. In realtà la Chiesa ha sempre avuto un atteggiamento aperto nei confronti della scienza. Anche nel caso di Galileo, pur avendo preso un gravissimo abbaglio (al punto che nel 1992 papa Giovanni Paolo II ha riabilitato ufficialmente lo scienziato pisano), la condanna dell'Inquisizione venne più per l'atteggiamento presuntuoso di Galileo e per aver tradito la fiducia dell'allora pontefice Urbano VIII (di cui era amico) che per il suo sostegno all'eliocentrismo, che semplicemente la Chiesa non riteneva sufficientemente provato.
Insomma, pur con qualche contrasto, è proprio in seno alla Chiesa che è nata la scienza moderna. Lo stesso Copernico era un religioso.