Storia

Giornata internazionale della donna 2021: donne scienziate quando non potevano

In passato essere donna significava accedere solo al sapere necessario a essere una brava moglie: nella Giornata internazionale della donna ricordiamo chi non l'ha accettato.

La Storia ci ha tramandato raramente il nome di scienziate. D'altronde gli studi superiori sono stati preclusi per secoli alle donne, alle quali le convenzioni sociali lasciavano poco spazio. Eppure, in tante ce l'hanno fatta, lottando contro la famiglia e la società, anche se di rado hanno poi avuto grande risonanza perché rimaste all'ombra degli uomini. In occasione della Giornata internazionale della donna 2021 ricordiamo alcune storie di straordinaria resistenza.

Maria Cunitz (1610-1664), astronoma. Nata in Slesia (oggi Polonia) in una famiglia colta, a 5 anni sapeva leggere, a 10 parlava sette lingue. Appassionata di astronomia, studiò tra l'altro con il medico Elias von Löwen, che sarebbe poi diventato suo marito.
La sua eredità nello Spazio. Nel 1650 pubblicò a proprie spese Urania propitia, in cui proponeva nuovi metodi di calcolo e tavole astronomiche, e semplificava le teorie di Keplero (suo contemporaneo), correggendone gli errori. Scritto in latino, lingua della scienza, e in tedesco, equiparato a lingua scientifica solo a fine secolo, il libro ebbe molta risonanza. Nel 1655 un incendio le distrusse casa e appunti. Ma Maria Cunitz non fu scordata: a lei sono dedicati un cratere su Venere e un asteroide.

Laura Bassi (1711-1788), fisica. Bolognese, fu la seconda laureata d'Europa. Versata in tutte le materie, studiate a casa, fu accolta nel 1732 all'Accademia delle Scienze. Lo stesso anno discusse all'università bolognese due tesi, ottenendo una cattedra onoraria di filosofia per 500 lire annue (un piccolo patrimonio, per l'epoca), ma poteva insegnare solo in certe occasioni.
Un laboratorio casalingo. Famosa in tutta Europa, intraprese studi di fisica sperimentale e matematica con il medico Giuseppe Veratti, che sposò nel 1738. Con lui organizzò in casa un laboratorio di fisica sperimentale newtoniana e un salotto culturale, e qui dal 1749 iniziò a insegnare la disciplina a universitari, aggirando il divieto per le donne; l'ateneo le raddoppiò lo stipendio. Ogni anno la Bassi teneva dissertazioni all'Accademia delle Scienze sugli argomenti più svariati. Nel 1766 ebbe infine una cattedra, questa volta effettiva.

Maria Gaetana Agnesi (1718-1799), matematica. Nata a Milano da una famiglia ricca, era tanto brillante che il padre, docente di matematica all'Università di Bologna, le fece dare un'istruzione privata. Dopo aver imparato sette lingue passò ad altri interessi, sfoggiando le proprie competenze nel salotto culturale di casa.
Capolavoro precoce. A 17 anni pubblicò il primo saggio, ma l'opera summa arrivò nel 1748: Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana.

Scritta in italiano (non in latino, com'era d'uso), fu tradotta in inglese e francese. Era il primo libro di matematica di una donna e la prima opera divulgativa del genere: in mille pagine Maria Gaetana Agnesi esponeva i principi base di algebra e geometria analitica, calcolo differenziale e integrale. E descriveva, per prima, la versiera, un tipo di curva.

Mary Anning
Mary Anning. © via WikiMedia

Mary Anning (1799-1847), paleontologa. Diversamente da altre scienziate, Mary Anning era di famiglia povera ed ebbe una scarsa istruzione. Nacque a Lyme Regis, nell'Inghilterra Meridionale, in una zona di scogliere ricche di fossili, che i locali vendevano ai visitatori. Fu il padre a insegnarle a cercarli e, morto lui (1810), la giovane proseguì l'attività. Nel 1811 scoprì il primo scheletro di ittiosauro, un rettile marino, seguito poi dal primo plesiosauro, da uno pterosauro (primo rettile volante d'Inghilterra) e nuove specie di fossili di pesci.
Ispirò la nascita della paleontologia. Riuscì a ricostruire un intero scheletro, imparando l'anatomia dalle dissezioni di seppie e pesci e studiando articoli scientifici che chiedeva ai visitatori. Ebbe grandi intuizioni, come quella della natura dei coproliti (feci fossili), e il suo rigore scientifico influenzò molto la paleontologia, disciplina allora nascente.

Ada Lovelace (1815-1852), matematica. Nata a Londra, era figlia del poeta Byron e di una nobile, studiosa di matematica. Temendo "derive poetiche" della figlia, la madre la avviò allo studio della matematica.
Geniale! A 17 anni la Lovelace (il cognome è del marito, che avrebbe sposato nel 1835) conobbe Charles Babbage, che lavorava a una macchina analitica capace di svolgere qualunque calcolo. Per lui tradusse un testo in cui l'ingegnere italiano Luigi Menabrea illustrava le proprie teorie per lo sviluppo della macchina. Ada aggiunse molte brillanti note. Descrisse un algoritmo per il calcolo dei numeri di Bernoulli, il primo programma informatico della Storia. Ebbe l'intuizione che in futuro la macchina non avrebbe fatto solo calcoli, ma anche composto musica e altro ancora. Nel 1979 le fu dedicato il linguaggio informatico Ada.

Cécile Vogt (1873-1962), neurologa. Di origine francese, Cécile Mugnier fu tra le poche laureate in medicina a Parigi. Intraprese poi studi di neurologia all'Ospedale di Bicêtre, dove conobbe il futuro marito, il tedesco Oskar Vogt, con cui proseguì le ricerche a Berlino per sessant'anni. I due volevano capire le basi dei processi della coscienza e di disordini mentali come nevrosi e psicosi.
Ancora all'avanguardia. Verso fine carriera la coppia si concentrò sulla terapia genica - ancora oggi all'avanguardia.

Cécile svolse inoltre ricerche di neuropatologia avanzata e fu una pioniera nella neuroanatomia del talamo, una struttura del cervello. Ebbe però riconoscimenti limitati. Per una ventina d'anni ottenne un posto ufficiale come insegnante retribuita al Kaiser Wilhelm Institut. Dopo la morte del marito non le vennero più riconosciuti meriti scientifici.

Caroline Haslett (1895-1957), ingegnere. Nata da una modesta famiglia inglese, mentre lavorava si dedicò a studi di ingegneria elettrica a Londra. L'intento era quello di liberare le donne dalla schiavitù dei lavori domestici, permettendo loro di coltivare i propri interessi fuori casa. Vide lontano: la corrente elettrica doveva ancora raggiungere le case, ma già era presente nell'industria. Così aprì alle donne un campo, quello dell'ingegneria, fino ad allora prerogativa maschile.
Sulla cresta del cambiamento. Cominciò nel 1919 come prima segretaria della Women's Engineering Society; in seguito fondò e diresse due riviste di ingegneria e varie associazioni di categoria. Dopo la Seconda guerra mondiale, unica donna, fu l'esperta della sicurezza in un comitato di 20 professionisti incaricati di valutare le necessità per le istallazioni elettriche nelle case. Ebbe anche incarichi governativi, e rappresentò l'Inghilterra nel mondo. Le andò meglio che ad altre donne: cambiati i tempi, i riconoscimenti non le mancarono.

Ipazia di Alessandria, disegno di Jules Maurice Gaspard (1862–1919).
Ipazia di Alessandria, disegno di Jules Maurice Gaspard (1862–1919). © via WikiMedia

Altre donne di scienza

Ipazia (IV-V secolo): la prima matematica e astronoma di cui abbiamo notizia. Fu la prima donna a capo della scuola neoplatonica di Alessandria d'Egitto. Grazie a lei fu migliorato l'astrolabio e inventato l'idroscopio. Fu uccisa da fanatici cristiani nel 415.

Loredana Marcello (XVI secolo), la dogaressa erudita (perché sposata a un doge) fu autrice di un'opera di botanica (oggi perduta) usata per curare gli appestati a Venezia.

Elena Cornaro Piscopia (1646-1684): veneziana, fu la prima laureata d'Europa (e forse del mondo), nel 1678 a Padova.

Maria Sibylla Merian (1647-1717): naturalista e illustratrice tedesca, studiò (e disegnò) la metamorfosi del bruco in farfalla. I suoi lavori ebbero riconoscimenti tardivi perché scritti in tedesco anziché in latino.

Caroline Herschel (1750-1848): tedesca, fu la prima donna a scoprire comete (ne individuò otto) e a ricevere prestigiose onorificenze scientifiche. Lavorò con il fratello William, noto astronomo.

Sofia Kovalevskaya (1850-1891): fu la prima laureata in matematica d'Europa e la prima fisica russa. Nel 1889 le fu assegnata a Stoccolma una cattedra universitaria. Fu anche tra le prime scienziate a collaborare con una rivista scientifica.

Ellen Swallow Richards (1842-1911): chimica statunitense ed ecologista ante litteram, fu la prima donna a entrare al Massachusetts Institute of Technology di Boston.

Si occupò di questioni sanitarie e della qualità di aria e acqua. Grazie a lei, il Massachusetts fu il primo Stato USA a introdurre standard qualitativi per le acque e moderne fognature.

Lise Meitner (1878-1968): fisica atomica austriaca, studiò la radioattività con Otto Hahn e fornì per prima l'esatta interpretazione del processo di fissione nucleare. In lizza tre volte per il Nobel, non lo ottenne perché ebrea: questo le impedì di continuare a lavorare con Hahn, il quale ricevette il premio nel 1944 per la scoperta della fissione nucleare.

Rosalind Franklin nel suo laboratorio di biologia molecolare.
Rosalind Franklin nel suo laboratorio di biologia molecolare. © collezione personale di Jenifer Glynn, via WikiMedia

Margarete Schütte-Lihotzky (1897-2000): seconda donna austriaca a laurearsi in architettura e prima a svolgere un'attività professionale. Pioniera dell'edilizia popolare, per prima ideò una cucina ergonomica e una lavanderia centralizzata.

Maria Goeppert-Mayer (1906-1972): fisica tedesca naturalizzata Usa, studiò il nucleo atomico, di cui propose un modello. Per questo ricevette il Nobel nel 1963 insieme a Hans Jensen. Prima di ottenere la cattedra in fisica, lavorò per anni senza stipendio.

Grace Murray Hopper (1906-1992): pioniera della programmazione informatica, questa matematica americana lavorò con il primo computer digitale della Marina militare USA, il Mark I.

Rosalind Franklin (1920-1958): fisica e chimica britannica, intuì per prima che il DNA era costituito da due catene distinte. I colleghi Francis Crick e James Watson, al corrente dei suoi studi, presentarono un modello del DNA, aggiudicandosi il Nobel per la medicina nel 1962. A Rosalind Franklin è dedicato il rover della missione ExoMars (ESA/Roscosmos), in partenza per Marte nel 2022.

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Articolo tratto da Scienziate nonostante tutto, di Giuliana Lomazzi, su Focus Storia 135 (gennaio 2018, disponibile solo in digitale).

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