«Conobbi Renato a San Vittore» dice Rossano Cochis, detto Nanun. «Ci ritrovammo fuori con qualche altro amico e nacque la “batteria”. Iniziammo a fare qualche lavoretto in banca e i giornali si inventarono la “banda Vallanzasca”. Lui però non voleva essere il leader, furono i giornali a creargli intorno quell’alone leggendario».
Così iniziò la parabola di quella banda che mise a ferro a fuoco Milano (e non solo). E che si trovò davanti un avversario di tutto rispetto il "super poliziotto" Achille Serra. Ecco le loro interviste a Focus Storia.
ROSSANO COCHIS, NANUN
Rossano Cochis è in semilibertà dopo 27 anni di carcere. Nella banda, era il braccio destro di Renato Vallanzasca. La sua specialità, il mitra. Oggi Cochis lavora in una comunità e rientra in carcere la sera. «Da 5 anni sono in semilibertà. Perché non c’è anche Renato? In fondo abbiamo commesso gli stessi reati. Sono convinto che paghi ancora per il suo nome, che i giornali hanno trasformato in sinonimo di “genio del male”». La banda rimase in attività nemmeno nove mesi. «Ma per me» dice oggi Cochis «valsero una vita».
Nell'intervista rilasciata a Fabrizia Mutti, Cochis rievoca l'atmosfera della vecchia malavita milanese.
ACHILLE SERRA, POLIZIOTTO SENZA PISTOLA
Achille Serra entrò in Polizia nel 1968, a Milano. Da lì ha vissuto in prima linea gli anni terribili e infuocati della recente storia italiana. Ed è stato il poliziotto che più ha combattuto Renato Vallanzasca e la sua banda. Ma, come spiega lui nell'intervista rilasciata a Focus Storia, senza mai sparare un colpo di pistola.
Intervista di Anita Rubini
Riprese di Marco Casali
Montaggio di Salvatore Laforgia Vuoi saperne di più della banda di Renato Vallanzasca?
Leggi on-line l'articolo di Massimo Polidoro uscito su Focus Storia. Con un'intervista esclusiva a Vallanzasca.