Non smettono di far parlare di sé le meraviglie d'Egitto: dopo il tunnel inesplorato scoperto nella piramide di Cheope, ora il Ministero delle Antichità egiziano ha annunciato il rinvenimento di nuovi reperti preziosi nei pressi del tempio di Dendera, circa 450 km a sud del Cairo.
Un team di archeologi della Ain Shams University (Cairo) ha rinvenuto i resti di un abitacolo risalente all'epoca bizantina, una lastra in pietra bilingue e una sfinge sorridente che, forse, ha il volto dell'imperatore romano Claudio.
La sfinge sorridente. Il rinvenimento della sfinge è avvenuto quasi per caso, mentre gli archeologi stavano ripulendo l'abitacolo, chiamato maqsura. La statua in pietra calcarea indossa un copricapo tradizionale detto nemes, tipico dei faraoni, con la punta a forma di cobra, una caratteristica nota come uraeus.
La sfinge ha un'espressione sorridente, con due fossette ai lati della bocca, e i lineamenti accuratamente ritratti sono tipici di un imperatore; sul volto della statua vi sono resti di colore giallo e rosso.
Sotto alla sfinge è stata ritrovata una placca in pietra con scritte bilingue, non ancora decifrate, in geroglifico e in demotico (la fase della lingua scritta egiziana che va dal 700 circa a.C. fino alla fine dell'Impero romano).
I dubbi sull'imperatore Claudio. Secondo i ricercatori la sfinge raffigura probabilmente l'imperatore romano Claudio, che governò dal 41 al 54 d.C. ed estese il dominio romano fino al Nord Africa. Tuttavia non tutti gli esperti sono convinti.
Secondo Eric Varner, storico dell'arte alla Emory University (USA) interpellato dalla rivista Live Science, «le foto dell'imperatore con le quali è stato confrontato il volto della sfinge sono un po' troppo piccole per confermare se si tratti o meno di Claudio, ma l'aspetto è quello». Tuttavia, se così fosse, rimane il mistero del perché la sfinge, del I secolo d.C., si trovasse in un maqsura di epoca bizantina (IV-VII secolo d.C.).
VERO VOLTO? In ogni caso, se davvero si trattasse di Claudio, gli archeologi non ne sarebbero troppo stupiti: in passato erano già stati scoperti un busto simile a una sfinge che ricordava le sembianze dell'imperatore Vespasiano e un'incisione che raffigurava lo stesso Claudio come un faraone egizio.
Altre risposte arriveranno forse dalla prosecuzione degli scavi che, iniziati il mese scorso dopo uno studio preliminare effettuato con scannerizzazioni magnetiche e radar, continueranno nell'area del tempio di Horus e della porta di Iside, nella speranza di trovare una connessione tra i due siti.