Storia

Egitto: scoperta una città dei morti utilizzata per dieci secoli

Un gruppo di archeologi italiani ed egiziani ha riportato alla luce, ad Assuan, una necropoli con 35 mummie ben conservate e gli strumenti utilizzati nei rituali funerari: risale al periodo tardo-faraonico, greco e romano, un'età della quale si avevano ancora pochi reperti.

Un ritrovamento archeologico di eccezionale valore è venuto alla luce nel sudest dell'Egitto, sulle colline occidentali dell'antica città di frontiera di Assuan: qui un team di archeologi italo-egiziani sotto la guida dell'Università degli Studi di Milano e del Ministero delle Antichità del Cairo ha scoperto una necropoli a più camere in cui riposano decine di corpi di adulti e bambini accanto a vasi, frammenti di sarcofagi, maschere funerarie, cartonnage e statuette religiose.

Due corpi mummificati estratti dalla necropoli di Assuan. © Egyptian Ministry of Antiquities

Un tassello che mancava. L'agglomerato di tombe è di particolare interesse perché fu usato per un lungo arco di tempo dal periodo tardo-faraonico all'epoca greco-romana, dal VI secolo a.C. al IV d.C., un età sulla quale gli studi funerari presentano ancora molte lacune. La missione archeologica, diretta da Patrizia Piacentini, docente di Egittologia e archeologia egiziana dell'Università di Milano, e Abdelmanaem Said, del Ministero delle Antichità egiziano, ha mappato nell'area circa 300 tombe risalenti a questo periodo, 25 delle quali sono state scavate negli ultimi 4 anni.

Statuetta dell'uccello Ba. © Egyptian Ministry of Antiquities

Tutto il necessario. La necropoli appena scoperta (gli scavi sono di gennaio-febbraio 2019) è finora una delle più ricche: la principale delle camere funerarie ospita una trentina di mummie di adulti e bambini, con i più giovani defunti disposti su un lato. Nel locale sono stati ritrovati "strumenti del mestiere" per i riti funebri, come una lettiga in legno di palma e lino usata per trasportare i corpi, vasi di bitume per la mummificazione, una lampada e una statuetta in legno dell'uccello a testa umana Ba, che rappresenta l'anima del defunto.

L'ultimo abbraccio. Nella stanza c'erano anche maschere funerarie incompiute e resti di cartonnage, un materiale simile alla cartapesta fatto di strati di lino e papiro ricoperti di intonaco e poi dipinti, che serviva per realizzare sarcofagi e maschere da adagiare sul defunto. Altre mummie erano conservate in altre aree della tomba: due di esse, forse i corpi di una madre e del figlio, sono state ritrovate sovrapposte e parzialmente coperte dal cartonnage.

Un frammento di involucro funerario in cartonnage, riccamente dipinto. © Egyptian Ministry of Antiquities

Il padrone di casa. Nella struttura gli archeologi hanno inoltre rinvenuto altri vasi contenenti cibo - necessario per il viaggio dei morti nell'Aldilà - e frammenti di sarcofago recanti il nome del proprietario della tomba: un certo Tjt, ex capo-carovana, il cui nome è associato, nelle iscrizioni, all'invocazione di alcune divinità del Nilo. La ricerca continuerà a fine anno con l'invio di altri specialisti dell'Università Statale (paleobotanici, chimici, anatomopatologi) che possano scoprire nuovi particolari sugli occupanti della tomba e sul loro ricco corredo.

27 aprile 2019 Elisabetta Intini
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