Gli archeologi egiziani hanno aperto ieri il misterioso sarcofago da 30 tonnellate scoperto solo alcune settimane e hanno trovato tre scheletri, tra i quali uno che mostrava i segni di un forte colpo al cranio, forse mortale. Nonostante la scoperta - in una zona periferica di Alessandria - sia molto recente, attorno al ritrovamento erano già sorte molte e fantasiose ipotesi. Una per tutte: c'è chi aveva avanzato l'idea che potesse contenere i resti di Alessandro Magno, per via di una prima datazione che fa risalire la sepoltura al primo periodo tolemaico, ossia dopo la morte del condottiero (323 a.C.). Alessandria è stata la capitale dell'Egitto tolemaico dopo Alessandro, che aveva deposto i precedenti faraoni: la dinastia tolemaica terminò poi con la morte di Cleopatra, attorno al 30 a.C.
Nessuna maledizione. Come da tradizione, circolavano anche voci di una maledizione che avrebbe colpito gli incauti profanatori. Mostafa Waziri, segretario generale del Ministero delle antichità, che ha pubblicato in tempo reale gli aggiornamenti sull'apertura del sarcofago, ha poi chiosato sul fatto che, ad apertura avvenuta, stavano ancora tutti bene.
Il sarcofago aveva suscitato curiosità e interesse per le sue dimensioni: è il più grande mai scoperto ad Alessandria. Quello che gli archeologi hanno trovato è però più macabro che altro: tre scheletri, probabilmente tre soldati, con uno dei teschi che mostra segni di fratture causati da uno strumento appuntito.
Purtroppo il sarcofago era contaminato dall'acqua, cosa che - in un periodo ancora indeterminato - ha accelerato la decomposizione dei corpi. Ora i resti saranno analizzati per cercare di capire l'età dei sepolti, le cause della morte e da dove erano arrivati.