La pratica della boxe nell'antica Roma è ben documentata nelle arti figurative, ma ora per la prima volta tornano alla luce gli "strumenti del mestiere": due guantoni da pugilato romani, realizzati e usati intorno al 120 d.C., sono stati rinvenuti poco lontano dal Vallo di Adriano, la barriera-fortezza fatta erigere dall'imperatore Adriano nel 122 d.C. per segnare il confine tra la Britannia dei Romani e la Caledonia rimasta ai barbari (a sud dell'odierna Scozia).
Copertura parziale. I reperti sportivi sono venuti alla luce in quella che un tempo doveva essere una caserma di cavalleria al di sotto del forte di Vindolanda, a un paio di km dal muro, dove tempo fa erano state ritrovate delle tavolette romane molto interessanti e divertenti.
Più che a guantoni moderni i due indumenti protettivi - che non sono appaiati - erano strisce di pelle ripiegata più volte a formare un'imbottitura, con un'impugnatura da avvolgere sul palmo. Recano ancora i segni delle nocche di chi li ha usati e sembrano fatti per durare: chi li ha provati assicura che sono piuttosto comodi.
Resistenti. I guanti sono rimasti perfettamente conservati grazie all'ambiente povero di ossigeno in cui si trovavano: giacevano insieme ad altri utensili militari e personali sotto a un pavimento di cemento costruito dai Romani una trentina d'anni dopo l'abbandono della caserma, poco dopo il 120 d.C. Insieme ai guantoni sono state rinvenute alcune spade di legno complete, un tipo di reperto eccezionalmente raro, in quest'area dell'impero e non solo.
Aggiustato. «È sempre così entusiasmante ritrovare qualcosa di cui si è appreso da altre fonti - dice Patricia Birley, ex direttore del Vindolanda Trust che ha compiuto ricerche su questi reperti - ma vedere il reperto reale è qualcosa di unico. Si impara molto: il guanto più grande, per esempio, era stato riparato. Il proprietario voleva davvero che durasse, così fece di tutto per rattopparlo. È quel tocco umano che si ha solo attraverso un oggetto reale».
lottatori. L'arte del pugilato, ampiamente documentata nei testi antichi, era stata praticata e descritta dai Greci, ma fu portata a un livello superiore dai Romani: i soldati la usavano per allenarsi e migliorare le capacità di combattimento. Nelle strisce di pelle avvolte intorno alle nocche venivano talvolta inserite anche piccole placche di metallo.