La scoperta del fuoco, un milione di anni fa, permise agli ominidi che ci hanno preceduto di scaldarsi, proteggersi dai predatori e cuocere il cibo. Una nuova ricerca pubblicata su Nature Human Behaviour rivela di più: il fuoco era utilizzato già 300.000 anni fa per lavorare armi e utensili.
La Grotta di Qesem. Prima di oggi, le prove più antiche dell'utilizzo del fuoco risalivano a 164.000 anni fa, ed erano state rinvenute in Sudafrica, a Pinnacle Point. Gli utensili in pietra che sono stati esaminati recentemente sono stati invece trovati nella Grotta di Qesem, in Israele, sito archeologico dove già furono scoperti i resti di un focolare risalente a 300.000 anni fa. Ora, con questo nuovo studio, sappiamo anche che i primi ominidi che l'abitavano sapevano usare il fuoco per lavorare le lame e ottenere oggetti necessari per la vita quotidiana.
Diverse temperature. I ricercatori hanno esaminato due tipi di utensili in selce e, combinando l'utilizzo di spettroscopia e apprendimento automatico (machine learning), hanno potuto stabilire a quali differenti temperature siano stati lavorati: le lame venivano plasmate a una temperatura relativamente bassa di 259°C mentre le schegge a 413°C. Infatti, a 447°C, la selce si danneggiava: subiva microfratture rompendosi in pot-lids, "cupole" di materiale che si staccavano a causa dell'eccessivo calore (o di caratteristiche del materiale stesso, come la presenza di bolle d'aria).
Come uno smartphone. «Non sappiamo in che modo gli abitanti della grotta di Qesem abbiano imparato a utilizzare il fuoco per plasmare la selce a diverse temperature, né in che modo riuscissero a misurare la temperatura raggiunta», affermano gli autori della ricerca. «Si tratta di una tecnologia incredibile per l'epoca, paragonabile a quella del telefono cellulare e dei computer ai giorni nostri. Una tecnologia che ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere e prosperare».