Dall’antichità e fino all’avvento dei sistemi elettrici, le tecniche di comunicazione in battaglia non subirono mutamenti radicali. Poiché nel Medioevo le battaglie si svolgevano in zone di territorio limitato, per le brevi distanze si davano gli ordini ai vari reparti (cavalleria, arcieri, fanteria) per avanzare, caricare, aggirare il nemico, a voce, con trombe e con bandiere. Se la distanza cresceva, si usavano messaggeri a piedi o a cavallo, o anche segnali fatti con fuochi accesi su torri e in punti sopraelevati.
Soltanto Gengis Khan (1167-1227), sviluppò in massimo grado l’uso dei piccioni viaggiatori, che pure erano conosciuti anche dagli antichi egizi. Nel Medioevo declinò invece l’uso di messaggi cifrati, che invece condottieri come Cesare e Augusto avevano usato sistematicamente. A partire dal Seicento, con la nascita dei veri e propri eserciti nazionali, si cominciarono a redigere codici di comunicazione validi per le varie specializzazioni, in particolar modo per le navi, che usavano bandiere in numero e colore prestabilito o cime mosse secondo le convenzioni.