Per effettuare il salto in lungo, gli atleti greci tenevano in mano due pesi (le altere). Non si sapeva però se questi pesi servissero per rallentare gli atleti, una specie di handicap, o per aiutarli a saltare più lontano.
Una simulazione al computer di due ricercatori dell'università di Manchester ha stabilito che gli atleti greci "personalizzavano" le proprie altere per utilizzarle come aiuto nel salto. I pesi erano fatti oscillare prima del salto, effettuato senza rincorsa, spinti in avanti prima dello stacco e all'indietro al momento dell'arrivo.
Precisi calcoli hanno stabilito che il guadagno per ogni salto era in media di 17 centimetri. Ma la ricerca ha dimostrato anche che i saltatori sceglievano le altere secondo un ambito di pesi (da 2 a 9 chili) che li aiutava a saltare più lontano.