Lo yoga è una disciplina antichissima, originaria dell’India, che all’inizio veniva tramandata oralmente da maestro a discepolo.
La suddivisione che conosciamo oggi è quella stabilita verso il 150 a.C. da Patangeli, un maestro yoga che ha riassunto i diversi aspetti della disciplina nei testi dello Yogasutra.
Secondo Patangeli esistono otto stadi diversi di pratica yoga: Yama, la pratica delle astensioni, per esempio l’astensione dalla violenza; Nyama, l’osservanza dei precetti di vita, come quello di applicarsi allo studio; Asana, il controllo del corpo attraverso le posture; Pranayama, le tecniche di respirazione addominale per convogliare l’energia verso le nadi, i centri di energia del corpo; Pratyahara, le tecniche di concentrazione attraverso l’astensione dai messaggi dei sensi; Dharana, per la concentrazione e la riduzione delle attività fisiche; Dhyana, che conduce alla meditazione; Samadhi, lo stadio raggiunto solo da pochi illuminati come il Buddha.
Questi stadi possono essere raggiunti attraverso diverse tecniche: Genana yoga porta alla cultura, insegna a recepire i messaggi del maestro; Bhakti yoga porta allo sviluppo dei buoni sentimenti e all’apertura verso il divino; Karma yoga porta al lavoro non finalizzato al guadagno ma all’aiuto degli altri; Mantra yoga dà energia attraverso le vibrazioni di particolari suoni, i mantra, associati alle tecniche di respirazione; Ata yoga armonizza corpo e spirito attraverso le posture; Raja yoga, lo yoga per eccellenza, è solo mentale e permette di raggiungere un’estensione della coscienza oltre i limiti normali.
Tantra yoga si basa sull’energia sessuale utilizzata per grandi scopi come la pace del mondo; Brahama Charya, lo yoga praticato da Mohandas Ghandi, è invece l’astensione dal rapporto sessuale per sviluppare energia da utilizzare per grandi scopi; queste ultime due forme di disciplina yoga sono correnti dello Ata yoga.