Storia

Come funziona lo spionaggio in Israele? Ecco un identikit del Mossad

Reclutamento, addestramento, operazioni spregiudicate: l'intelligence israeliana, meglio nota come Mossad, sotto la lente d'ingrandimento.

La storia del Mossad è costellata di successi e fallimenti, scopriamo come funziona l'intelligence israeliana attraverso l'articolo "Disposti a tutto" di Riccardo Michelucci, tratto dagli archivi di Focus Storia

Spregiudicati. "Attraverso l'inganno faremo la guerra": già il motto dell'Istituto per l'intelligence e servizi speciali (meglio noto come Mossad) la dice lunga sul modus operandi dell'agenzia di spionaggio dello Stato di Israele. Una struttura attiva fin dal 1949 e rinomata per l'audacia e l'efficienza delle sue operazioni. Una su tutte, la caccia e la cattura del criminale nazista Adolf Eichmann.

A fondarla fu il "padre della patria" David Ben Gurion (1886-1973), con l'obiettivo di coordinare il lavoro dei vari settori dei servizi israeliani, lo Shin Bet (il Servizio segreto interno) e l'Aman (l'intelligence militare). Il Mossad è incaricato di studiare e prevenire le attività che possano compromettere la sicurezza nazionale israeliana e risponde direttamente al capo del governo, cui spetta la nomina del direttore. Anche per questo viene spesso utilizzato per scopi politici e in molti casi ha avuto mano libera, al di fuori di ogni controllo.

UN LAVORO PER POCHI. In passato, per entrare a far parte del Servizio segreto israeliano bisognava fare richiesta presso un'ambasciata israeliana o statunitense, oppure attraverso l'esercito. Da qualche anno le modalità di reclutamento sono state semplificate. Non sono invece cambiate le durissime tecniche di addestramento a cui sono sottoposti i "katsa", ovvero gli agenti operativi. Prima di affrontarle, però, i candidati sono sottoposti a test psicofisici per valutarne la capacità di autocontrollo, concentrazione e rapidità.

Testimonianze dirette. Per conoscere il sistema Mossad è necessario che a raccontarlo sia qualcuno che lo ha vissuto sulla propria pelle. Fra questi la francese di origine ebraica Nima Zamar, ex agente che nel 2004 ha scritto il librodenuncia Ho dovuto uccidere (Sperling & Kupfer) ed è costretta da allora a vivere sotto falso nome per paura di ripercussioni. E il settantenne Victor Ostrovsky, anche lui ex agente, canadese di famiglia ebrea, che negli anni Novanta, insieme allo scrittrice Claire Hoy, raccontò la sua esperienza in un celebre libro-confessione dal titolo Attraverso l'inganno (Interno Giallo Editore).

Reclutamento. Ostrovsky spiega che ogni aspirante katsa viene convocato in un appartamento anonimo dove ha sede una base clandestina del Servizio ed è sottoposto per ore a vari test psicoattitudinali. Se queste prove sono superate seguono altri appuntamenti in cui il candidato è interrogato sulle proprie esperienze familiari, emotive, lavorative.

Una delle domande cruciali è: "Vi sembra che uccidere qualcuno per il vostro Paese sia una cosa negativa?". Gli incontri si susseguono di solito per quattro mesi, uno ogni tre giorni. Poi arriva l'ora della visita medica generale: se anche il fisico risulta di buona tempra la fase di reclutamento può ritenersi conclusa.

ADDESTRAMENTO. Il programma di addestramento dura due anni e si svolge all'interno della Midrasha, l'accademia del Mossad. «Gli istruttori insegnano che si deve lavorare sotto copertura, cioè con falsa identità, e può capitare di avere tre incontri diversi durante la giornata nei quali è necessario cambiare identità», spiega Ostrovsky. «Molto tempo viene quindi dedicato a far pratica di copertura, esercitandosi a costruire una specifica personalità e a renderla credibile all'interno di una conversazione serrata con agenti esperti. Finita l'esercitazione si rivede la registrazione per scoprire gli errori commessi attraverso sedute che somigliano a quelle di autocoscienza».

Buona parte dell'addestramento riguarda la preparazione mentale per abituare il corpo al dolore. «Si viene abituati alla resistenza fisica portata allo stremo con una serie di esercizi e attraverso il razionamento alimentare, accontentandosi di un paio di tazze di tè al giorno», ha raccontato Nima Zamar nella sua biografia. «Subiamo veri e propri lavaggi del cervello per riuscire a non provare alcuna emozione e infine ci si rende conto della formidabile energia di cui il corpo dispone. Ci sono diversi metodi di condizionamento fisico e psicologico, con specifici metodi di respirazione che consentono di gestire la paurail dolore e di ottimizzare il recupero cardiaco, fino a raggiungere la soglia di resistenza».

Le regole del mossad. Vengono insegnate tecniche di manipolazione e di falsificazione dei documenti, ma soprattutto si impara a usare le armi. Le regole d'uso sono inculcate in modo ossessivo e talvolta controverso. «Quando si tratta di far fuoco bisogna sparare il maggior numero possibile di colpi sul bersaglio», aggiunge Ostrovsky, «e si deve dimenticare tutto quello che abbiamo imparato circa la giustizia. Non dobbiamo preoccuparci se qualcuno si trova in mezzo senza averne alcuna colpa».

Ma il compito principale richiesto a un allievo che vuole diventare agente è imparare a reclutare degli informatori. Ogni katsa deve infatti crearsi una propria rete informativa di persone fidate, il più delle volte "comprandole". È chiaro che soltanto una piccola parte dei selezionati riesce a portare in fondo il percorso di formazione: a diventare agenti del Mossad sono in media non più di 15 aspiranti su 5mila.

GLI AGENTI PIÙ FAMOSI. Fra quelli che ce l'hanno fatta ci sono personaggi diventati simbolo dell'intelligence israeliana. Fra questi Eli Cohen, l'agente che negli Anni '60 riuscì a intercettare – infiltrandosi sotto falsa identità nel gruppo che avrebbe compiuto il colpo di Stato baatista in Siria – documenti segretissimi sull'esercito siriano. Queste informazioni permisero a Israele di conquistare il Golan durante la Guerra dei Sei giorni, ma per Cohen finì male: la Siria si vendicò facendolo impiccare nel 1965 in una piazza di Damasco.

Olimpiadi di Monaco. Il famoso film Münich di Steven Spielberg (2005) è ispirato invece alla storia di Michael Harari (1927- 2014), l'agente che guidò la vendetta del Mossad (nell'operazione soprannominata Ira di Dio), contro i terroristi palestinesi di Settembre Nero. L'allora premier Golda Meir gli affidò il compito di vendicare gli atleti israeliani uccisi alle Olimpiadi di Monaco nel 1972. Quattro anni dopo fu lo stesso Harari a mettere a punto l'assalto dei commandos di Tel Aviv che liberarono un centinaio di ostaggi all'aeroporto di Entebbe, in Uganda.

Guerra sporca. Un'altra figura di spicco è stato Meir Dagan (1945-2016), capo del Mossad dal 2002 al 2011 e fautore della "guerra sporca" contro il programma nucleare iraniano. Sotto il suo comando il Servizio segreto israeliano ha conosciuto una stagione di intrighi, operazioni sotto copertura all'estero e omicidi mirati, con la morte misteriosa di scienziati nucleari iraniani e generali siriani.

Infine, sono molte le donne che hanno avuto ruoli operativi di cruciale importanza all'interno del Mossad. Tra queste c'è Shula Cohen, nome in codice "Perla", che dalla fine degli Anni '40 fu protagonista di una leggendaria operazione che consentì di salvare migliaia di profughi ebrei siriani e iracheni prima dello scoppio della Guerra di Indipendenza d'Israele.

SUCCESSI e flop. In 75 anni di storia il servizio segreto israeliano ha raccolto molti successi e alcuni clamorosi errori (come quello del 7 ottobre 2023), che non sono riusciti però a scalfire la sua solida reputazione di efficienza. Tra le azioni più famose ci sono quelle legate alla caccia dei criminali nazisti, dal sequestro di Adolf Eichmann in Argentina nel 1960 all'assassinio – cinque anni dopo – dell'ex aviatore lettone Herberts Cukurs, autore di crimini contro l'umanità ai danni del popolo ebraico.

Nel 1956 il Mossad riuscì persino a intercettare il discorso segreto con cui Nikita Chrusciov denunciava i crimini di Stalin. Poi lo recapitò a Washington provocando un comprensibile imbarazzo a Mosca.

In Medio Oriente la lista delle azioni più celebri è sterminata, a cominciare dalla già citata operazione Ira di Dio al sabotaggio del programma missilistico egiziano (1962) fino all'assassinio nel 1972 del poeta palestinese Ghassan Kanafani, portavoce del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, per vendicare il massacro dell'aeroporto di Lod del 30 maggio 1972. Fu ucciso in un attentato a Beirut insieme alla figlia. E ancora: in Siria venne ucciso nel 2008 uno dei leader degli Hezbollah libanesi, Imad Mughniyah, mentre tre anni prima, a Gaza, agenti del Mossad eliminarono lo sceicco Ahmed Yassin, leader spirituale di Hamas.

Questo articolo è tratto da Focus Storia. Perché non ti abboni?

21 settembre 2024 Focus.it
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