Per ottenere un'esplosione nucleare è necessaria una quantità di uranio 235 o di plutonio tale da produrre tanti neutroni quanti sono necessari per dare il via alla reazione a catena (massa critica). Nella bomba lanciata su Hiroshima c'erano circa 20 chili di uranio e altrettanto plutonio in quella lanciata su Nagasaki.
Perché una bomba atomica esploda solo al momento voluto, la carica viene sistemata al suo interno divisa in più parti, ognuna delle quali è detta sottocritica, cioè insufficiente da sola a dare il via alla reazione a catena. L'innesco perciò è costituito da un meccanismo che riunisce istantaneamente e con energia le diverse parti della carica.
Un incontro esplosivo. Nella bomba di Hiroshima l'uranio era diviso in due parti e una specie di canna di fucile, lunga alcuni metri, le "sparò" una contro l'altra per mezzo di normali cariche esplosive.
In quella di Nagasaki, il plutonio era collocato in diversi punti lungo una corona circolare, che a sua volta era circondata da cariche di esplosivo convenzionale. Quando queste esplosero, il plutonio fu spinto a riunirsi al centro. Ciascuna bomba pesava quasi quattro tonnellate ed era munita di radar altimetrico, per avviare l'innesco a circa 500 metri di quota.