Nel 1953 James Watson e Francis Crick scoprirono la struttura del Dna (acido desossiribonucleico) e il suo meccanismo di replicazione. Ma questo evento è solo la tappa più clamorosa di una lunga serie di scoperte senza le quali i due scienziati non avrebbero mai potuto intraprendere gli studi per i quali, nel 1962, vinsero il premio Nobel. Inizialmente la molecola del Dna era stata osservata all’interno della cellula, ma non se ne conosceva la struttura.
Una forma originale. Nel 1944, a conclusione di una serie di studi sul Dna di alcuni microrganismi, gli studiosi giunsero definitivamente alla conclusione che il Dna è la molecola che trasmette l’informazione genetica da un organismo all’altro. Il merito di Watson e Crick fu quello di scoprire la struttura “a doppia elica” del Dna: due lunghi filamenti di molecole, i nucleotidi, avvolti a spirale. Ci vollero comunque ancora anni di lavoro per interpretare il codice genetico, cioè per capire come dalla semplice alternanza di quattro molecole base l’organismo decodifichi le informazioni per sintetizzare tutte le proteine necessarie.
Il lavoro continua. Oggi le nostre conoscenze sulla struttura del Dna umano sono aumentate, ma non sono ancora complete. Gli scienziati studiano la posizione e le funzioni delle singole unità operative del Dna, i geni (responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari). Le implicazioni di questi studi non sono puramente teoriche: grazie alla biologia molecolare, per esempio, si è potuta capire l’origine di alcune malattie e si stanno mettendo a punto nuove strategie per sconfiggerle.