Costruita sul delta del fiume Yangtze, nella Cina orientale, a circa 160 km da Shanghai, Liangzhu è uno dei più importanti reperti archeologici della storia. La sua fondazione risale a circa 5.000 anni fa, nel 3300 a.C., e la città e l'area circostante rappresentano l'ultimo esempio di cultura della giada nel Neolitico cinese, prima della scoperta dei metalli. Finora era rimasto un mistero il motivo del suo collasso, avvenuto dopo un migliaio di anni di prosperità e consumatosi nel giro di relativamente poco tempo, ma uno studio pubblicato su Science Advances rivela una possibile soluzione all'enigma: la colpa, come hanno "raccontato" alcune stalattiti, è dei cambiamenti climatici.
La Venezia dell'età della pietra. La cultura di Liangzhu era particolarmente avanzata per l'epoca, e fu una delle primissime a sviluppare un sistema di gestione delle acque pubbliche. La città era attraversata da un complicato sistema di canali navigabili controllati da dighe, che servivano a tenere sotto controllo l'acqua ma anche ad alimentare i campi coltivati che si trovavano intorno al centro abitato. Questa gigantesca opera di ingegneria idrica contribuì a far prosperare Liangzhu per circa 1.000 anni, ma fu anche, come si è scoperto, la causa della sua rovina. Studiando le rovine della città, infatti, gli archeologi non sono riusciti a trovare alcun indizio che il crollo della civiltà di Liangzhu possa essere riconducibile a cause umane: non ci sono, per esempio, segni che possa essere stata colpa di una guerra. Le rovine, però, che sono note dal 1936 e che nel 2019 sono state elette patrimonio dell'Unesco, hanno una caratteristica particolare: sono ricoperte da un sottile strato di argilla.
Il diluvio universale. A sud-ovest della città di Liangzhu si trova un sistema di caverne: è lì che gli autori dello studio si sono addentrati per risolvere il mistero dell'argilla. L'hanno fatto interrogando le stalattiti e le stalagmiti, che sono strutture che si formano nel corso di milioni di anni grazie all'incessante azione dell'acqua, e portano dunque dentro di loro una serie di informazioni storiche e climatiche sul luogo in cui si trovano. Il team ha prelevato alcuni campioni di roccia e li ha datati con un sistema di radioisotopi (uranio e torio) che permette di calcolare la loro età con una precisione estrema (il margine di errore è di appena 30 anni). Quello che hanno scoperto è che, nel momento in cui la civiltà di Liangzhu ha cominciato a collassare, circa 4.300 anni fa, tutta l'area stava attraversando un periodo di precipitazioni eccezionali, alle quali si associavano monsoni particolarmente violenti.
Un brusco cambiamento del clima che durò 300 anni e portò inondazioni talmente devastanti nei campi coltivati della civiltà di Liangzhu da spazzare via la città, e costringere la popolazione a fuggire e cercare rifugio altrove. Un antenato del ben noto diluvio universale?