Al Museo di Storia naturale di Milano si festeggia Ciro, il primo dinosauro scoperto in Italia: 25 anni fa, il 26 marzo 1998, usciva infatti sulla copertina della prestigiosa rivista scientifica Nature. Per l'occasione si parlerà di lui in un incontro pubblico sabato mattina, 25 marzo, alla presenza anche del paleontologo Cristiano Dal Sasso, primo autore dell'articolo su Nature. Ma dietro al recupero di quel dinosauro c'è una storia eccezionale, che chi vi scrive ha vissuto in prima persona.


Ciro è uno dei fossili più importanti nella storia della paleontologia: un cucciolo di dinosauro carnivoro di una nuova specie (Scipionyx samniticus) che impressionò il mondo scientifico per il suo stato eccezionale di conservazione degli organi interni, mai visti prima in nessun altro dinosauro. Tanto da poterne osservare, dopo 110 milioni di anni, cellule muscolari, vasi sanguigni, capillari e addirittura i batteri e i resti di cibo contenuti nell'intestino.
Partendo da Ciro si è potuto stabilire che alcuni dinosauri erano omeotermi (a sangue caldo), come gli uccelli e i mammiferi. Era inoltre la prova che, all'epoca dei dinosauri, l'Italia non era tutta coperta dal mare come si credeva, ma che c'erano ampie terre emerse.
PRONTO? C'è QUI UN DINOSAURO. Chi scrive partecipò al recupero di Ciro e ne annunciò la scoperta in un lungo articolo su un settimanale, cinque anni prima di Nature, quando con lo scopritore, Giovanni Todesco, e il piccolo dinosauro in una valigetta, ci recammo alla Soprintendenza di Napoli. «Pronto, buongiorno, siamo del settimanale Oggi e vorremmo consegnarvi un dinosauro».
SCHERZI A PARTE… Il funzionario al telefono l'aveva presa all'inizio come uno scherzo. Che cosa c'entrava un dinosauro in valigia con un giornale familiare? Qualche settimana prima, era il 1993, nell'ufficio di Paolo Occhipinti, direttore di Oggi, c'era stata una riunione sull'importanza di recuperare come bene pubblico del nostro Paese il primo dinosauro italiano, finito nell'anonimato di una collezione privata al Nord, ma scoperto al Sud, nel giacimento di Pietraroia (Benevento) nel corso di scavi non autorizzati, dodici anni prima.
Ciro è infatti un dinosauro scoperto varie volte. La prima volta con scalpello e martello nella roccia di Pietraroia, scambiato per un antico volatile fossile. La seconda volta quando un commerciante di fossili si accorse che in realtà era un dinosauro.
La terza volta quando i paleontologi del Museo di Storia naturale di Milano, avvertiti dal commerciante, lo visionarono e ne confermarono l'autenticità.
Ma c'era un problema: come renderlo noto se lo scavo non era autorizzato? Gli scienziati chiesero aiuto ai giornalisti.
CASO CHIUSO. Nell'ufficio del direttore di Oggi, quella sera, illuminati da una lampada da tavolo come in una classica sequenza investigativa, trovammo il modo di accertarci sulla sicura provenienza italiana del fossile e di convincere il collezionista-scopritore a consegnarlo allo Stato.
Il piccolo Ciro sarebbe stato trattato, per l'occasione, come il neonato di una grande diva, con tanto di esclusiva da riconoscere al papà. L'indubbio merito della scoperta, avrebbe poi fatto perdonare a questo papà adottivo qualche errore di procedura nel ritrovamento. Il dinosauro lo volevano chiamare Ambrogio, gli scienziati milanesi, ma il direttore Occhipinti disse: «No, chiamiamolo Ciro, viene dal Sud».
CHE SCOOP! Il settimanale uscì con lo scoop del primo dinosauro scoperto in Italia e il fossile fu consegnato alla Soprintendenza per essere conservato come bene pubblico e studiato. Era il 1993, la prima vera "uscita di Ciro in società".