Assurti agli onori delle cronache per aver cospirato contro la Patria, rinnegato la propria comunità o voltato le spalle alla famiglia, i traditori riempiono da sempre le pagine dei libri di storia. Ecco una selezione di dieci tra i più odiati di tutti i tempi, il cui nome è diventato anche sinonimo di tradimento.
Efialte di Trachis (V secolo a.C.). Di Efialte, sappiamo pochissimo, ma si crede che fosse un pastore originario di Trachis, in Grecia. La sua colpa? Aver aiutato i Persiani ad aggirare il passo delle Termopili nel 480 a.C., condannando così al massacro i celebri 300 guerrieri Spartani di Leonida I durante la battaglia. Lo storico Erodoto racconta che Efialte, dopo il tradimento, fuggì, venendo poi ucciso da un suo concittadino.
Ugolino della Gherardesca (1220 circa – 1289). Nobile Ghibellino pisano, il conte Ugolino passò alla fazione avversa dei Guelfi e venne in seguito accusato di favorire le città rivali di Pisa. Fu quindi imprigionato e condannato a morte. Nella Divina Commedia, Dante Alighieri lo pone nel girone infernale dell'Antenora (riservato ai traditori della Patria), suggerendo che durante la prigionia arrivò a cibarsi dei propri figli.
La Malinche (xvi secolo). Figlia di un capo nativo dell'attuale Messico, Malinche, venne venduta come schiava dopo la morte del padre e divenne poi un'interprete al servizio degli spagnoli, nonché l'amante del loro leader Hernán Cortés, approdato in Messico nel 1519. La Malinche aiutò gli invasori a sottomettere la civiltà azteca, tanto che in America Latina la parola malinchista significa "venduto" allo straniero.
Bruto e Cassio (I secolo a.c.) Malgrado Giulio Cesare li avesse perdonati entrambi nel corso delle guerre civili, Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino furono tra i principali animatori della congiura che portò nel 44 a.c. alla sua uccisione. Sconfitti in seguito da Ottaviano e Marco Antonio nella battaglia di Filippi, entrambi i "cesaricidi" si suicidarono nel 42 a.c.
Giuda Iscariota (I secolo d.c.). Probabilmente originario di Kerioth (una città della Giudea), dopo essere entrato a far parte dei discepoli scelti da Gesù, "vendette" il suo maestro al sinedrio per 30 denari d'argento, segnalandone l'identità alle guardie con il celebre bacio. Pentito, poco dopo si impiccò a un albero (della specie Cerci siliquastrum, l'Albero di Giuda, che ancora oggi porta il suo nome).
Mir Jafar (1691 - 1765). Mir Jafar Ali Khan Bahadur, dopo aver fatto strada alla corte del Bengala (attuale Bangladesh), passò dalla parte degli inglesi e durante la battaglia di Plassey, nel 1757, ricevette da questi il titolo di nababbo, facilitando la loro conquista dell'India.
Dopo alterne vicende, morì di vecchiaia, odiatissimo dai suoi compatrioti.
Benedict Arnold (1741-1801). Carismatico generale durante la guerra d'Indipendenza americana (1775-1783), fu uno dei principali responsabili della vittoria dei coloni contro i britannici a Saratoga (nel 1777), ma negli anni seguenti indossò la "giubba rossa" voltando le spalle alla causa indipendentista. Protetto ma disprezzato dai nuovi padroni, riuscì a salvarsi fuggendo in Inghilterra.
Charles Maurice De Talleyrand (1754-1838). Aristocratico francese, assunse incarichi politici di primo piano durante la Rivoluzione e il Regime napoleonico, tradendo continuamente perfino lo stesso Napoleone. Rimasto in sella anche dopo la caduta di quest'ultimo, divenne protagonista del successivo congresso di Vienna (1815), rappresentando la monarchia borbonica.
Vidkun Quisling (1887-1945). Divenuto emblema del collaborazionista nazista, Vidkun Quisling, già leader di una formazione di estrema destra norvegese, nel 1940 appoggiò l'invasione tedesca del proprio Paese e divenne capo del regime fantoccio installato da Hitler in Norvegia. Processato per alto tradimento, fu condannato a morte nel 1945.
I cinque di Cambridge (XX secolo). Brillanti accademici dell'università inglese di Cambridge ma traditori della Patria, a partire dagli anni '30 e per buona parte della Guerra fredda, Anthony Blunt, Donald Maclean, Kim Philby, Guy Burgess e John Cairncross furono spie e fornirono informazioni top secret ai sovietici, e riuscirono anche tutti a salvarsi. Le loro "soffiate" furono tra le operazioni più riuscite di sempre dello spionaggio russo.
Tratto da I grandi traditori che hanno cambiatola storia (Newton Compton editori), di Massimo Manzo. Leggi il nuovo Focus Storia in edicola!