Il popolamento del Sudamerica, ultima terra continentale (esclusa l'Antartide) a essere colonizzata dall'Homo sapiens, fu il risultato di una migrazione senza precedenti, attraverso territori incontaminati. Tutto iniziò con l'ingresso dall'Asia di cacciatori raccoglitori in Nord America, passando dallo stretto di Bering dove era emerso un ponte di collegamento. Le ricerche archeologiche e genetiche indicano che la prima diffusione umana nelle Americhe abbia avuto luogo fra 25 mila e 15 mila anni fa.
I pionieri dell'Amazzonia. Ben poco invece si sapeva su quando venne raggiunta l'Amazzonia. La sua fitta vegetazione rende sempre difficile l'identificazione dei siti archeologici, mentre i terreni acidi e argillosi danneggiano la conservazione dei resti organici. Ora però una ricerca pubblicata sulla rivista Quaternary Science Reviews presenta importanti ritrovamenti che fissano a 13 mila anni fa circa la data del primo popolamento umano dell'Amazzonia. E tutto indica che nonostante il grande spazio aperto di savane e coste a disposizione, i primi americani non avevano remore ad addentrarsi nella foresta pluviale, perché sapevano bene come cavarsela.
Esordio artistico. Come dimostrano i reperti ritrovati, ci riuscivano con strumenti di pietra a una sola faccia (neanche a forma di coltello) sostando sotto ripari rocciosi o piccole caverne, dove diedero subito origine a manifestazioni artistiche-religiose, testimoniate da pitture rupestri eseguite con ocra rossa.
caccia piccola. In assenza della grande fauna nella foresta amazzonica, dovuta alla vegetazione intricata che favorisce specie di limitate dimensioni, questi uomini e donne si specializzarono nella caccia di prede medio-piccole, come tapiri, scimmie platirrine, lontre e tartarughe. Inoltre, si affidarono alla pesca nei fiumi che incidevano la foresta.
Le prove. Tutto ciò emerge dal lavoro sul campo in due siti dell'Amazzonia colombiana, non lontani dal fiume Orinoco: Cerro Montoya 1 e Limoncillos, nella Serranía La Lindosa. Analizzando la stratigrafia del suolo, i ricercatori delle università di Exeter (Uk), di Antioquia a Medellin e dell'Università nazionale della Colombia a Bogotà, hanno individuato e distinto gli strati formati nel tempo da attività umane. In particolare, quelli contenenti frammenti di pietra lavorata, carbone di legna e concentrazioni di materia organica, indicativi di preparazione, consumo e smaltimento del cibo, elementi che rivelano la presenza umana nei ripari.
Quando? «I risultati stabiliscono che la presenza umana a Serranía La Lindosa è iniziata nel tardo Pleistocene, circa 12.600 anni fa, ed è continuata fino al XVII secolo», afferma José Iriarte, professore di archeologia a Exeter.
«Il gran numero di ripari rocciosi trovati nella regione, con prove di abitazione umana, suggerisce che quest'area di foresta non fosse un ripiego, per i cacciatori e raccoglitori, i primi ad arrivare in Amazzonia».
Cosa bolliva in pentola? La presenza di ceramica è stata fatta risalire a circa 3 mila anni fa. Mentre, già 2.500 anni fa, queste popolazioni coltivavano il loro cibo. Il mais, però, pianta a base dell'alimentazione delle civiltà precolombiane, comparve in questi siti solo 500 anni fa. Ulteriori studi sono ancora in corso su ossa di animali, resti di piante e pitture con ocra rossa.
Spazi domestici e sacri. «I modelli di attività, lo scarto degli artefatti e i resti di origine organica rintracciabili nel suolo, indicano che entrambi i rifugi rocciosi sono stati utilizzati come spazi domestici nel tempo, così come luoghi sacri per l'esposizione di arte evocativa», aggiunge Jo Osborn, associato di ricerca della Exeter University. «Le pitture sulle pareti dei ripari rocciosi testimoniano che quei pionieri dell'Amazzonia stavano anche rappresentando e dando senso al "nuovo mondo" che loro, prima di tutti, avevano incontrato».