Dici Gomorra e il pensiero vola alle pendici del Vesuvio, in Campania, dove si svolgono le vicende raccontate da Roberto Saviano nel 2006 nell'omonimo romanzo/reportage sulla Camorra, da cui sono nati in seguito film, spettacoli teatrali e la serie tv.
Un’assonanza, quella tra le parole Gomorra e Camorra, ispirata a Saviano da Don Giuseppe Diana, il parroco di Casal di Principe, assassinato nel 1994 dal clan dei Casalesi per il suo impegno antimafia. In un’omelia ormai passata alla storia, Don Diana disse: «non rendiamo questa terra la Gomorra del Paese».
Il coraggioso Don Diana conosceva bene le sacre scritture, e non solo quelle. La Bibbia, nei capitoli 18 e 19 del libro della Genesi racconta la storia di Sodoma e Gomorra (l’ebraica Amorah), due delle 5 città della pianura vicino al mar Morto distrutte da Dio con una pioggia di fuoco:
18-20 Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave.
18-21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». [...]
19-24 quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore.
19-25 Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.
Il riferimento secondo la vulgata è alle trasgressioni (omo)sessuali degli abitanti di Sodoma, su cui la Bibbia si sofferma con maggiori particolari rispetto ai delitti di Gomorra. Tuttavia gli esegeti più rigorosi ritengono che in realtà i peccati delle due città fossero soprattutto l'inospitalità, l’egoismo e la mancanza di carità. Da qui il considerare Gomorra come una città malvagia, egoista e corrotta.
Sodomiti. Ma a prescindere dall’interpretazione filologicamente più corretta, nel tempo Sodoma e Gomorra hanno assunto il significato di luogo mitologico dell’omosessualità, fino a ricavare da Sodoma il verbo sodomizzare, che il vocabolario rende con “sottoporre a rapporti anali (perlopiù non consenzienti)”.
A vivificarne il mito di città del “vizio” è stata soprattutto la letteratura: da Dante fino a Marcel Proust, che intitolò Sodoma e Gomorra il capitolo della Recherche nel quale affronta il tema dell'omosessualità nella Parigi della Belle époque.
Più spesso però Sodoma e Gomorra hanno viaggiato separate, come rivela tra gli altri il titolo del libro del Marchese De Sade Le 120 giornate di Sodoma, che ispirò l'omonimo film di Pier Paolo Pasolini.
Gomorrei. E questo forse spiega in parte come Gomorra col tempo sia diventata sinonimo di altro (camorra inclusa), rispetto a Sodoma. Un esempio? Nel 1996, il giudice statunitenese Robert H. Bork ha pubblicato Slouching Towards Gomorrah: Modern Liberalism and American Decline, un saggio nel quale indicava nelle politiche liberal, nella sessualizzazione dei mass media, nella diffusione della violenza e nel declino della religione, le cause della decadenza della società americana.
Dunque Gomorra, come luogo/archetipo della corruzione umana, separata da una sola vocale da Gamorra, il gioco d’azzardo illegale da cui, secondo l’Accademia della Crusca, potrebbe derivare il termine Camorra. Un'assonanza di parole, ma anche (in parte) di intenti.
Ma che fine hanno fatto davvero Sodoma e Gomorra? Secondo la Bibbia, le due città furono distrutte da una pioggia di fuoco e zolfo, mandata da Dio. Secondo la tesi di due scienziati inglesi, Alan Bond e Mark Hempsell, non andò molto diversamente: le due città sarebbero state distrutte da un asteroide nel 3123 a. C. La ricostruzione, contenuta nel libro Un’osservazione sumera dell’impatto di Kofels, nasce da una tavoletta sumera trovata a Ninive a metà ’800 e oggi conservata al British Museum di Londra.
Nel reperto si parla di “una grande scodella di pietra bianca” che attraversò “con forza irresistibile” la volta celeste. Elaborando al computer i dati forniti dalla tavoletta, Bond e Hempsell hanno determinato la traiettoria del corpo celeste: l’enorme potenza liberata dall’impatto avrebbe generato un’ondata di fuoco che si sarebbe scaricata su Sodoma e Gomorra.
Il geologo inglese Graham Harris, invece, ha sostenuto che nell’area del Mar Morto, probabile scenario del racconto al confine tra due zolle tettoniche in movimento, un potente sisma avrebbe provocato la fuoriuscita di metano sedimentato sotto il fondale. Così l’acqua (in realtà il metano) avrebbe preso fuoco. Per il geologo americano Frederick Clapp sarebbe invece stato il bitume presente nell’area e utilizzato dai locali per calafatare barche e cementare costruzioni a essere proiettato in aria da un sisma.