il medico greco Ippocrate (460-375 avanti Cristo) fu una delle figure più rappresentative della medicina antica, perché tentò di liberare questa scienza dalle componenti magiche e superstiziose.
Ai suoi allievi chiedeva di pronunciare davanti ad Apollo, dio della medicina, un giuramento con il quale si impegnavano: a rispettare i maestri, a insegnare la medicina solo a chi avesse pronunciato lo stesso giuramento e senza ricompensa, a visitare i malati e a prescrivere le cure con l’unico scopo di guarirli e senza mai usare la violenza, a non prescrivere mai farmaci mortali o abortivi, anche se richiesti, a non divulgare mai le cose apprese nell’esercizio dell’arte medica (segreto professionale).
Il giuramento moderno. Alcuni di questi principi, e altri più aderenti alle specializzazioni moderne, sono stati poi inseriti in codici internazionali di norme etiche per la professione medica, come lo statuto delle Organizzazioni mediche mondiali (1948) e dell’Associazione psichiatrica mondiale (1976). In alcune scuole di medicina ancora oggi è tradizione che gli studenti pronuncino il giuramento al momento della laurea.