Il 15 marzo del 44 a.C. morì Giulio Cesare, dictator e console di Roma, colpito da 23 colpi di daga infertigli da un gruppo di congiurati (ecco come la storia ci racconta che andarono le cose).
E se invece di assassinio si fosse trattato di “suicidio”? Fonti coeve raccontano che Cesare, ormai malato, soffrisse di attacchi epilettici e dolori addominali, sintomi, secondo gli esperti, di un probabile tumore al cervello o all’intestino.
E anche ammesso che i presagi infausti, le preghiere della moglie Calpurnia di non andare in Senato e l’avvertimento di Artemidoro di Cnido siano solo invenzioni letterarie, possiamo credere che Cesare fosse così sprovveduto da privarsi della guardia personale e non accorgersi dell’astio crescente verso di lui?
Provocazioni. È quello che alcuni storici si sono chiesti, arrivando a sostenere che, conscio della prossima fine, Cesare potrebbe aver deciso di non opporsi al lavoro dei congiurati e anzi di provocarli, dando loro un limite temporale: la sua prossima partenza per la campagna in Persia. Così invece di spegnersi in una lenta agonia, morì in modo eroico. E ora è finito qui.
Fin dall'antichità il finto suicidio è stato un modo per sbarazzarsi di qualcuno considerato scomodo o per nascondere una morte accidentale. I suicidi strani sono un aspetto delle morti misteriose che il nuovo numero di Focus Storia ha indagato. Scopri l'anteprima qui sotto.