Sulla realizzazione della necropoli di Giza si sono scervellate generazioni di archeologi: come riuscirono gli antichi Egizi a trasportare, 4.500 anni fa, milioni di blocchi di granito per costruire le tre piramidi principali (Cheope, Chefren e Micerino) e quelle più piccole, varie altre tombe, i templi funerari, le rampe processionali e la Sfinge? Secondo un gruppo di ricercatori francesi, che hanno pubblicato il loro studio su Proceedings of the National Academy of Sciences, la chiave è da cercare in un corso del fiume Nilo che oggi non esiste più.
RAMO PROSCIUGATO. Le piramidi di Giza sorgono in mezzo a un pianoro brullo, con il corpo centrale del Nilo che scorre a circa 8 km di distanza; troppi per poter essere stato utile per il trasporto dei materiali necessari. Un tempo però un ramo del fiume – noto come ramo di Khufu – si estendeva proprio fino al complesso piramidale.
La sua esistenza era già nota, ma il nuovo studio ne ha ricostruito gli 8.000 anni di storia grazie all'analisi dei granuli di polline antico depositati nella pianura alluvionale. Risultato? Il corso d'acqua era ancora navigabile all'epoca della realizzazione delle piramidi, tra 2686 e 2160 a.C.
ALTI E BASSI. I ricercatori – guidati dal Centro europeo per la ricerca e l'insegnamento delle geoscienze ambientali (Cerege), in Francia – hanno ricostruito il tipo di vegetazione che (oltre 60 piante) che ricopriva la pianura alluvionale riuscendo a tracciare così le variazioni nei livelli dell'acqua di quel ramo fiume. In particolare, è emerso che le acque rimasero particolamente alte durante il Periodo umido africano, che va da 14.800 anni fa a 5.500 anni fa: in questo lungo lasso di tempo sulla Piana di Giza crebbero graminacce, alberi e si formarono laghi.
VIA LIBERA. I livelli dell'acqua sarebbero rimasti relativamente alti per qualche tempo anche dopo il Periodo Umido Africano, rendendo il fiume navigabile fino alla costruzione della Grande Piramide di Giza, dedicata al faraone Cheope (Khufu), che regnò dal 2509 al 2483 a.C. Questo braccio raggiungeva probabilmente anche l'area del complesso su cui fu eretta la Sfinge.