Storia

La vera storia dello scienziato Benjamin Franklin: un self-made man del Settecento

Dagli occhiali bifocali al parafulmine, dalla stufa alle previsioni del tempo: tutte invenzioni di Benjamin Franklin, l'ingegno più eclettico del Settecento.

Scopriamo l'ingegno di Benjamin Franklin attraverso l'articolo "Yankee tutto fare" di Roberto Roveda, tratto dagli archivi di Focus Storia.

Un uomo da cento dollari. Per gli americani è una figura popolarissima. E non solo perché è stato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti: più prosaicamente, se lo ritrovano ogni giorno effigiato sulla banconota da cento dollari. Per il resto del mondo è lo scienziato che, "giocando" con un aquilone, comprese come intrappolare le saette e inventò il parafulmine. Insomma, Benjamin Franklin non pose limiti al suo campo d'azione. E se, come disse il contemporaneo Robert Jacques Turgot, fu colui che "strappò al cielo il fulmine, lo scettro ai tiranni", in aggiunta seppe eccellere anche come imprenditore, scrittore, editore e musicista. Il tutto nonostante le sue modeste origini.

SELF-MADE MAN. Benjamin Franklin nacque nella Boston del 1706 dopo ben 14 tra fratelli e sorelle. Il padre, di origine inglese, era un modesto artigiano che per permettere al figlio di studiare lo avviò alla carriera ecclesiastica. Ma i mezzi continuavano a scarseggiare e così, a poco più di dieci anni, per il futuro patriota si aprirono le porte della tipografia di famiglia. Il che si rivelò un colpo di fortuna: in mezzo a libri e opuscoli il bambino poté continuare a studiare come autodidatta. In questo contesto emerse l'indole di Franklin, un'indole che lo spingeva a studiare e lavorare sodo pur di realizzarsi e soddisfare la sua sete di conoscenza. Divenne una sorta di archetipo del self-made man americano.

Una mente illuminata. Se due secoli dopo Einstein disse "non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso", quanto a curiosità il giovane Benjamin non si rivelò da meno. Si interessava di filosofia in un'epoca in cui l'Illuminismo parlava di razionalità e tolleranza; studiava politica in un momento in cui le menti più brillanti ragionavano sui concetti di uguaglianza, libertà e diritti; si appassionava di scienza mentre gli studiosi cominciavano a svelare i segreti della natura. Nel giro di pochi anni Franklin assorbì il meglio dello spirito del suo tempo e seppe amalgamarlo con la vitalità e la fiducia nel futuro che animava i coloni inglesi del Nuovo Mondo. Come ha scritto lo storico statunitense Henry Steele Commager: "In lui poterono fondersi le virtù del Puritanesimo senza i suoi difetti e la luce dell'Illuminismo senza il suo ardore eccessivo".

Il tempo è denaro. Da buon americano, però, Franklin si dedicò prima di tutto a costruirsi una solida posizione economica e sociale. Nel 1726 aprì una tipografia a Filadelfia che ben presto divenne la maggiore delle colonie americane. Era infaticabile. Il suo motto era "il tempo è denaro" e lanciava continuamente nuovi giornali che andavano incontro ai gusti della società del tempo, desiderosa di informarsi di politica, ma anche di scienza e tecnologia. Il suo più grande successo fu il Poor Richard's Almanack, un almanacco in cui raccolse tra il 1732 e il 1757 i suoi aforismi e proverbi oltre ad articoli di astronomia, meteorologia, matematica. Fu un successo strepitoso, tanto che i vari volumi erano considerati il maggiore bestseller americano dell'epoca dopo la Bibbia.

EDITORE DI SUCCESSO. Quel che è certo è che proverbi e aforismi resero Franklin ricco e popolarissimo anche perché i suoi detti divennero ben presto croce e delizia degli studenti americani. Come testimoniò qualche decennio dopo il grande scrittore Mark Twain, che di Franklin disse velenosamente: "Fin dalla giovane età prostituì il suo talento per inventare massime e aforismi destinati ad affliggere i giovani di tutte le generazioni future".

AUTODIDATTA. In realtà il talento e anche le buone intenzioni non mancavano a Franklin, che istituì nel giro di pochi anni la prima biblioteca ambulante d'America e la prima compagnia di pompieri volontari di Filadelfia. Fu poi tra i fondatori nel 1740 dell'Università della Pennsylvania, mentre si dedicava alla sua grande passione: la scienza. Anche in questo settore Franklin procedeva da vero autodidatta, basandosi su intuito ed esperimenti artigianali.

INVENTORE. A forza di tentativi inventò le lenti bifocali per correggere contemporaneamente la miopia e la presbiopia da cui era afflitto. Per combattere i rigidi inverni della Pennsylvania ideò la stufa che ancora oggi porta il suo nome. Nata nel 1741, la stufa Franklin non era incassata nel muro come un camino e irradiava calore da tutti i lati. E il fumo veniva convogliato all'esterno con un tubo di metallo. Musicista provetto, inventò un nuovo modello di armonica a bicchieri, uno strumento in cui il suono era dato dallo sfregamento di contenitori di vetro di varia misura e riempiti da quantità diverse di liquido.

CHE TEMPO FARÀ. Uno dei suoi grandi interessi fu poi la meteorologia, che lo portò a studiare la direzione e la forza dei venti negli strati più alti dell'atmosfera.

Questo gli consentì di comprendere il movimento delle nuvole e di prevedere l'arrivo di temporali e tempeste. In un certo senso, "inventò" le previsioni del tempo. Inoltre volle studiare anche forza e direzione dei tornado e arrivò addirittura a inseguirne uno a cavallo, per poterne analizzare il comportamento. Sempre in ambito meteorologico vennero infine gli studi sui fulmini, da molti considerati all'epoca ancora segni della collera divina. Franklin, facendo volare un aquilone provvisto di una punta metallica, riuscì a "catturare" una saetta e comprese che quella che precipitava dal cielo era pura elettricità. Bastava attirarla con il metallo e scaricarla a terra per evitare che i fulmini colpissero le case e le incendiassero. Nacque così il parafulmine.

Climatologo. A Franklin dobbiamo anche una scoperta importante per quanto riguarda gli studi sul clima: navigando tra l'America e l'Europa, infatti, si rese conto che esisteva una corrente di acqua calda che correva rapida dal Nuovo Mondo al Vecchio Continente. Comprese quindi che questo flusso d'acqua, poi chiamato Corrente del Golfo (perché proveniente dal golfo del Messico), rendeva più rapidi i viaggi dalle coste americane verso l'Inghilterra rispetto a quello che succedeva nella direzione opposta. Inoltre comprese che la corrente era fondamentale dal punto di vista climatico: senza di essa le Isole britanniche avrebbero avuto un clima simile alla Groenlandia.

PADRE DELLA PATRIA. Nel 1749 Franklin era un uomo di mezza età ricco e realizzato e lasciò al suo socio la gestione della tipografia per dedicarsi agli studi e alla scienza. C'era però l'America da fare: iniziò così la sua seconda (o terza) vita. Nel 1750 fu eletto deputato dell'assemblea della Pennsylvania e, poiché aveva mostrato doti diplomatiche ed era un moderato, venne inviato a Londra. Era però convinto delle ragioni degli americani e amava dire: "Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza". In Inghilterra Franklin divenne rapidamente il portavoce delle 13 colonie americane e quando, nel 1774, lo scontro tra coloni e madrepatria divenne inevitabile, abbandonò ogni indugio. Affermò che "la ribellione contro i tiranni è obbedienza a Dio" e nel 1776 fu tra gli autori della Dichiarazione d'Indipendenza americana.

Genio poliedrico. A settant'anni si recò in Francia e, grazie alla sua fama di scienziato e alle amicizie tra massoni – era pure Gran Maestro provinciale della Pennsylvania – e illuministi, riuscì a convincere re Luigi XVI a scendere in campo a fianco degli americani, determinando così le sorti del conflitto a sfavore degli inglesi.

Nel 1783, non ancora stanco, Franklin era a Versailles per negoziare la pace tra colonie e madrepatria e nel 1787 ebbe un ruolo fondamentale nell'elaborazione della Costituzione degli Stati Uniti. Irrefrenabile, a più di ottant'anni era presidente della Società per l'abolizione della schiavitù. Morì nel 1790, ma nemmeno la morte riuscì a fermarlo del tutto, almeno stando all'epitaffio scritto sulla sua tomba a Filadelfia: "Qui riposa il corpo di Benjamin Franklin, stampatore. Come la copertina di un vecchio libro, privata del suo contenuto e spogliata del titolo e delle dorature, giace in pasto ai vermi. Ma la sua opera non andrà perduta, perché, come credeva il suo autore, comparirà di nuovo in una edizione più elegante, riveduta e corretta dall'autore".

Questo articolo è tratto da Focus Storia. Perché non ti abboni?

17 aprile 2024 Focus.it
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