Benjamin Franklin è l'uomo più famoso d'America, non solo perché è stato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, ma soprattutto per il suo volto, che dal 1928 fa capolino sulle banconote da cento dollari. Ma questo è solo un dettaglio, perché Franklin è stato molto altro: l'inventore dei parafulmini, delle lenti bifocali per correggere contemporaneamente miopia e presbiopia, di un'innovativa stufa e della scienza della meteorologia. Oltre a scrittore di best seller, editore di successo, abile musicista e un imbattile nuotatore.
SELF-MADE MAN. Di umili origini, Franklin, a poco più di dieci anni, iniziò a lavorare nella tipografia di famiglia a Boston, ma da buon americano ambiva a costruirsi al più presto una solida posizione economica e sociale. Così, nel 1726 aprì una tipografia a Filadelfia che divenne la più importante delle colonie americane.
EDITORE. Dalla sua tipografia uscirono grandi successi editoriali, oltre a saggi di astronomia, meteorologia e matematica. Molti non sanno però, che Franklin, da vero patriota, oltre a numerosi bestseller ha "sfornato" nelle sue officine anche cartamoneta per sostenere l'economia coloniale. «Le banconote stampate da Franklin erano molto sofisticate per l'epoca: grazie all'aggiunta di un minerale riflettente, che le rendeva inimitabili», spiega Khachatur Manukyan, chimico fisico dell'Università di Notre Dame nell'Indiana. Il ricercatore, dopo aver analizzato con il suo team 600 banconote risalenti ai primi tempi dell'epoca coloniale, ha pubblicato uno studio che dimostra come la cartamoneta di Franklin, fabbricata con fili blu e un minerale al suo interno, fosse a prova di falsario.
Lo studio. Utilizzando tecniche come l'analisi a raggi X, infrarossi e la spettroscopia di perdita di energia di elettroni (EELS), i ricercatori hanno scoperto alcune caratteristiche delle banconote invisibili a occhio nudo, come l'uso di un minerale cristallizzato chiamato muscovite incorporato nella carta, che riflette la luce producendo un luccichio.
Secondo l'analisi, la muscovite, presente nel 95% delle banconote di Franklin prodotte dopo il 1754, proveniva tutta dalla stessa area geologica ed è stata usata, oltre che per combattere la contraffazione, anche per aumentare la resistenza del denaro, una volta in circolazione.
Eclettico. Franklin era un tipo infaticabile, nonostante fosse un imprenditore di successo, continuava a studiare per conto suo musica, scienze, dottrina politica e tecnologia. Anche in tipografia procedeva da autodidatta, basandosi su intuito, esperimenti artigianali e antichi testi: fu così che ebbe l'idea di aggiungere la grafite (un minerale che si trovava in scarsa quantità in quella zona) all'inchiostro nero usato sulle banconote.
Gli altri stampatori dell'epoca, invece, impiegavano un inchiostro più facile da imitare, che conteneva un'alta percentuale di sostanze chimiche, come fosforo e calcio, provenienti da ossa bruciate.
Crac economico. Tutti gli sforzi messi in campo da Franklin per contrastare i falsari delle prime banconote americane furono però vanificati dagli inglesi, che dopo aver scovato trucchi e tecniche degli stampatori per rendere le banconote uniche, inondarono la loro colonia di banconote false per destabilizzarne l'economia durante la Rivoluzione americana. Il valore della moneta americana crollò e negli anni successivi alla rivoluzione gli Stati Uniti privilegiarono il conio di monete, emettendo banconote del Tesoro solo durante le successive Guerre d'Indipendenza.
Il colore dei soldi. «Alcune delle tecniche ideate da Franklin, utilizzate per la produzione della valuta americana pre-federale, saranno alla base di metodi sempre più sofisticati elaborati nel corso del XIX secolo per combattere la contraffazione», conclude Manukyan.