Storia

Arco e frecce: i Sapiens li usavano già 54mila anni fa, ben prima di quanto finora scoperto

I primi Sapiens arrivati in Europa avevano già arco e frecce: successe almeno 40mila anni prima di quanto si era finora scoperto. E fu un grande vantaggio sui "cugini" Neanderthal.

Nella grotta di Mandrin, nel sud della Francia, 54mila anni fa si stabilì l'Homo sapiens, lasciando la sua firma: il dente da latte di un bambino, i tipici strumenti di selce. E già questa era una scoperta non da poco, dato che l'arrivo diffuso dei Sapiens in Europa "culla dei Neanderthal" viene comunemente fatto risalire a 10mila anni più tardi.

Ora i ricercatori hanno messo a segno una scoperta altrettanto importante: fra i circa 1.500 utensili trovati nella grotta di Mandrin e attribuibili al Sapiens sono state individuate più di 100 piccole punte di freccia (di 1-2 cm). Un fatto che anticipa di 40mila anni l'uso dell'arco nella preistoria europea. Non solo: l'innovazione dell'arco, rendendo i tiri più precisi rispetto alle lance e la caccia più efficiente, avrebbe fatto la differenza quando le due specie, Sapiens e Neanderthal, si trovarono a occupare la stessa nicchia ecologica in una stessa area geografica.

Freccia fumante. «Fra le punte di freccia ce ne sono alcune intere, altre con segni d'impatto», spiega Laure Metz, dell'Università Aix-Marselle, che ha partecipato allo studio pubblicato su Science Advance. «Tra quelle danneggiate, alcune mostrano tracce di esposizione al fuoco». Sono insomma la "pistola fumante" che prova l'effettivo uso dell'arco in tempi così antichi.

Queste punte si trovavano all'interno degli animali uccisi quando la carne venne cotta, e furono recuperate durante il pasto anche per essere ritoccate. La selce all'epoca era un bene prezioso e non andava sprecata. «Abbiamo trovato anche punte rotte che erano state portate nella grotta con le frecce e che andavano sostituite», aggiunge la studiosa. Per avere una conferma sperimentale, i ricercatori hanno fabbricato frecce con punte di selce e le hanno utilizzate trovando corrispondenza nel comportamento dei materiali e nei segni d'impatto.

Una casa per due. La grotta di Mandrin fu abitata dall'Uomo di Neanderthal per 80mila anni: quando, 54 mila anni or sono, arrivò quella pattuglia di Sapiens con arco e frecce, il Neanderthal se ne era andato. I Sapiens vi rimasero 40 anni, come dimostrano depositi di calcite trovati sui loro strumenti e databili con precisione. «All'epoca i Sapiens dovevano essere troppo pochi in Europa per fare massa critica e così non si affermarono, scomparendo dal nostro record fossile per un bel pezzo», spiega Metz. «Quanto ai Neanderthal, tornati nella grotta, non adottarono lo stile dei Sapiens, tanto meno arco e frecce che videro quasi certamente in azione con i nuovi arrivati».

Forse li considerarono oggetti di una cultura proibita e quindi tabù. O forse ebbero fiducia anche per il futuro nelle loro lance che utilizzavano come lunghi spiedi per trafiggere persino i pachidermi, stando loro a due o tre metri di distanza con evidente coraggio. Quando poi, circa 40mila anni fa, furono i Neanderthal, prossimi al declino, ad abbandonare la grotta di Mandrin, i Sapiens vi rientrarono dopo un solo giorno, come denotano le datazioni precise dei resti di focolari nella grotta.

12 marzo 2023 Franco Capone
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