Storia

Grecia: ossa di donna nella penisola-monastero riservata agli uomini

Archeologia: possibili ossa femminili rinvenute sul Monte Athos, una comunità di monaci ortodossi che da mille anni vieta l'ingresso alle donne.

La proverbiale ospitalità dei monaci del Monte Athos, un territorio autonomo della Grecia settentrionale situato in una delle tre "dita" della penisola Calcidica, contempla una sola, macro eccezione: le donne non sono ammesse. Da oltre mille anni, cioè da quando quest'area è amministrata da una comunità di religiosi ortodossi, la presenza di ogni individuo di genere femminile (sia di sapiens, sia di ogni altra specie animale) è bandita. Solo le gatte possono entrare: altrimenti, la penisola sarebbe infestata dai topi.

Il Monte Athos in una veduta dall'alto. © Shutterstock

Identità misteriosa. Una scelta così netta, presa per tutelare i monaci da ogni possibile tentazione, ha anche un significato teologico: serve a preservare la santità della penisola, vista come il giardino della Vergine Maria, l'unica donna che, secondo la tradizione ortodossa, abbia mai camminato su queste spiagge.

Ecco perché ha destato grande scalpore la scoperta, sotto al pavimento di una cappella di uno dei 20 monasteri ortodossi della comunità, di quelle che hanno tutta l'aria di essere ossa femminili.

Secondo il Guardian, che ha dato notizia del ritrovamento, le ossa trovate nel monastero di Pantokratoros sarebbero troppo minute per appartenere ad un uomo. Per confermare genere e datazione dei reperti occorrerà attendere l'esame del DNA, ma nel frattempo ci si interroga su cosa abbia portato a inumare questi resti umani in un luogo importante come il sottosuolo di un edificio religioso. Si tratta chiaramente di una seconda sepoltura: né la presunta donna, né gli altri sei individui (tutti mancanti del cranio) trovati sepolti al suo fianco morirono in quello stesso luogo.

Circostanza inedita. Se in effetti di donna si tratta, sarebbe la prima ad essere stata sepolta sulla penisola: il Monte Athos è stato talvolta oggetto di rapide incursioni femminili, ma quasi sempre sotto mentite spoglie. Quando nel 14esimo secolo vi si presentò  - in una delle rarissime "contaminazioni" ufficiali - Jelena, moglie dell'imperatore di Serbia Stefan Dušan e ricca finanziatrice della comunità ortodossa, furono posti tappeti ovunque mettesse piede, per evitare ogni contatto del suo corpo con il suolo sacro. 

Le ossa sono state trasportate ad Atene per analisi più approfondite. La scoperta della datazione potrebbe già fornire elementi utili all'identificazione della proprietaria. Per le analisi del DNA e la conferma definitiva del sesso occorreranno circa tre mesi.

27 dicembre 2019 Elisabetta Intini
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