Un gruppo di ricercatori afferma di aver scoperto due cavità finora sconosciute nella Piramide di Cheope (Khufu), nota anche come Grande Piramide, è la più antica (e grande) delle tre piramidi principali della necropoli di Giza: lo scopo e il contenuto delle cavità è, naturalmente, un mistero.
L'interesse suscitato dall'annuncio è notevole, ma la scoperta non convince molti degli archeologi che da tempo studiano le piramidi, a partire da Zahi Hawass, ministro egiziano delle antichità e grande esperto di egittologia.
Stando allo Scan Pyramids Project, un progetto sostenuto da ricercatori giapponesi a cui partecipa anche la Facoltà di ingegneria dell'università del Cairo, un primo vuoto si troverebbe in prossimità della parete nord della piramide, mentre il secondo sarebbe stato localizzato sull'angolo nord-est, a circa 105 metri altezza.
Grazie ai muoni. La tecnica utilizzata dai ricercatori sfrutta la densità di muoni (particelle fondamentali con carica negativa) intercettati dagli strumenti rilevatori posti lungo i quattro lati della piramide.
Ogni minuto su ogni metro quadro di superficie terrestre "cadono" circa 10.000 particelle, prodotti anche dall'interazione dei raggi cosmici con gli atomi che compongono l'atmosfera terrestre superiore. La maggior parte di queste particelle può attraversare centinaia di metri di roccia senza interferire con niente altro: misurando la quantità di muoni che attraversano la Piramide è possibile identificare la presenza di spazi vuoti. Applicando questa tecnologia, e stando ai ricercatori, si è riusciti ad identificare le due stanze finora sconosciute.
Le critiche. «È possibile che, anziché avere dei vuoti, ci siano degli spazi con massi più piccoli rispetto al resto della piramide e questo potrebbe originare le anomalie osservate», è il commento di Nicholas Reeves, un noto egittologo che studia la Grande Piramide da oltre 30 anni.
Per questo motivo il ministro Hawass ha chiesto ulteriori ricerche, per evitare l'errore dell'anno scorso, quando uno studio condotto con tecniche simili portò ad affermare che nella tomba di Tutankhamon esistevano cavità inesplorate, interpretate come la tomba di Nefertiti. Ricerche più approfondite portarono alla conclusione che non vi erano né cavità né tombe sconosciute.