Mentre in Europa si moltiplicano le tracce fossili di predecessori occasionalmente cannibali, ci si chiede quanto fosse diffusa l'usanza di cibarsi di altri uomini, e soprattutto se fosse legata al semplice bisogno di cibo. Sembrerebbe di no.
Valori nutrizionali. James Cole, esperto di evoluzione umana dell'Università di Brighton (Inghilterra), ha provato a calcolare l'apporto calorico di un uomo adulto, e lo ha comparato a quello degli animali più consumati nella preistoria. A conti fatti, non siamo poi così nutrienti: un uomo di 66 kg può fornire circa 144 mila Calorie, 32 mila delle quali provenienti dai muscoli, 50 mila circa dal tessuto adiposo, 25 mila da scheletro e midollo osseo (qui la tabella completa).
Più energetici. Ma il valore nutrizionale di un mammut è stimato in circa 3.600.000 Calorie, quello di un uro, di 979.200 Calorie e quello di un cervo rosso è di 163.680 Calorie (qui i valori per altri animali). Certo, i nostri antenati, così come i Neanderthal, erano più muscolosi di noi, ma in ogni caso accanirsi su un uomo solamente per ragioni nutrizionali non conveniva affatto.
Può essere che le Calorie tratte da pratiche cannibali fossero un vantaggio collaterale di comportamenti rituali o, ancora, che il cannibalismo fosse una pratica opportunistica eseguita su individui morti per cause naturali.