Storia

Tracce di un incontro inatteso, tra musulmani e vichinghi

Lo studio di abiti da sepoltura vichinghi porta alla luce il ricamo del nome di Allah: le tracce di un incontro inaspettato tra islam e i guerrieri norreni.

Esperti navigatori e temibili guerrieri, i vichinghi sono da sempre accostati alla mitologia norrena. Nei loro abiti da sepoltura ci si aspetterebbero i nomi di Odino e Thor, con richiami al Valhalla e al Ragnarök vichingo, non i caratteri cufici del primo alfabeto arabo: iscrizioni che invocano il nome di Allah e di Ali, il genero di Maometto, a cui fa capo il ramo sciita dell'Islam.

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Fasce delle vesti cerimoniali dei vichinghi, con iscrizioni dell'islam sciita. © Annika Larsson

Questi ricami sono stati trovati nell'ultimo secolo sia sulle tuniche a bordo delle navi funerarie vichinghe, sia nelle tombe. A questi simboli è stato dato un senso solo di recente, da Annika Larsson, ricercatrice di archeologia tessile dell'Università di Uppsala.

Non solo saccheggiatori. «Un particolare interessante è che la parola per "Allah" è raffigurata specularmente», nota la Larsson: «forse era un tentativo di scrivere le preghiere in modo che potessero essere lette da sinistra a destra, ma con i canonici caratteri arabi. Spesso viene sostenuto che gli oggetti orientali nelle tombe di epoca vichinga fossero semplicemente stati saccheggiati, ma questi sono ricami di tipici abbigliamenti vichinghi, gli stessi indossati dalle Valkyrie nell'iconografia arrivata fino a noi.»

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Per 300 anni, tra l'VIII e l'XI secolo, i vichinghi presero d'assalto il mondo intero in cerca di terre, schiavi, oro e argento, saccheggiando l'Europa e arrivando fino a Baghdad e in America: vedi 15 curiosità sulla vita e sulle guerre dei vichinghi. © Luca Tarlazzi per Focus

Due mondi a contatto. Questa nuova visione dei rapporti commerciali e culturali vichinghi della Larsson, già nota per uno studio sulla "moda" femminile dei popoli del nord, fornisce una nuova prospettiva sui ritrovamenti. Come nel caso dell'anello trovato nella tomba di una donna del IX secolo a Birka, isola vicino Stoccolma, con l'incisione "Per Allah". Inoltre, iscrizioni a caratteri cufici sono state ritrovate anche su barche funerarie e tombe.

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Allo specchio le decorazioni sulle fasce mostrano la scritta "Allah" in caratteri cufici. © Annika Larsson

Nella tombe scandinave i vichinghi indossano soprattutto fini abiti di seta, e non i più quotidiani indumenti di lana e lino. Chiedendosene la ragione, Annika Larsson ha analizzato i materiali e le tecniche di tessitura risalendo a un'antica origine persiana: «Nel Corano», commenta, «è scritto che gli abitanti del Paradiso indosseranno indumenti di seta».

Vento in poppa per La Mecca. «La possibilità che alcuni dei proprietari di questi abiti fossero musulmani non può essere scartata», afferma la ricercatrice: «sappiamo dallo studio del DNA di altri vichingi che alcuni erano originari dell'area della Persia, dove l'Islam era dominante.» Ma, secondo lei, la soluzione più probabile è che «questi ritrovamenti mostrano semplicemente che i rituali di sepoltura vichinghi sono stati influenzati da idee musulmane, come la vita eterna dopo la morte».

Ora la Larsson e il suo team sono al lavoro con immunologi e genetisti dell'Università di Uppsala per capire le origini di questi vichinghi dalle vesti orientali, oltre che alla ricerca di iscrizioni anche in artefatti non tessili.

16 ottobre 2017 Davide Lizzani
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