Il 10 agosto 1897, nei laboratori della Bayer il chimico tedesco Felix Hoffmann ottiene per la prima volta l'acido acetilsalicilico, un composto derivato dalla pianta del salice che diventerà universalmente noto come Aspirina (il nome commerciale con cui fu conosciuto in Germania è Aspirin). Oggi è un farmaco classificato come antinfiammatorio non-steroideo (FANS) della famiglia dei salicilati.
Secondo una versione diffusa, Hoffmann era deciso a trovare un rimedio alternativo per le sofferenze del padre che non tollerava il salicilato, il composto chimico da cui deriva l'acido acetilsalicidico, che da tempo era usato come antifebbrile e antireumatico pur presentando gravi effetti collaterali, quali vomito e irritazioni.
Heinrich Dreser, capo dei laboratori farmaceutici della Bayer, testò la tossicità del nuovo farmaco direttamente su di se e soltanto in seguito organizzò le sperimentazioni sugli animali.
Pure i sumeri lo sapevano! Nell'antichità già Erodoto nelle sue Storie aveva parlato di un popolo che sarebbe stato più resistente alle malattie grazie all'abitudine di mangiare foglie di salice, mentre Ippocrate, considerato il padre della medicina, aveva descritto una polvere dal sapore amaro, estratta dalla corteccia dei salici, che aveva l'effetto di abbassare la febbre e ridurre i dolori.
Ma sembra che gli effetti benefici delle sostanze ricavate dai salici fossero noti a Sumeri, Antichi Egizi, Assiri e, più recentemente, ai nativi americani che le usavano anche contro il mal di testa.
A più di un secolo dalla sua scoperta, l'acido acetilsalicilico vive una seconda giovinezza: oltre a curare dolori e febbre, è utilizzato a dosi molto basse nella prevenzione delle malattie cardiovascolari ed è stato anche oggetto di studio per la prevenzione dei tumori.