Storia

9 cose da sapere sulla Crimea

Dov'è la Crimea? Perchè da qualche giorno è al centro dell'attenzione mondiale? E che cosa c'entra Gazprom, sponsor del Chelsea di Eto'o e Lampard, con una delle più gravi crisi internazionali dalla fine della Guerra Fredda? Una mini guida per capire gli eventi.

Due nuovi governi saliti al potere in Ucraina e in Crimea nel giro di pochi giorni, la Russia che invia decine di migliaia di soldati sul territorio di un paese sovrano e, sullo sfondo, una bolletta del gas da oltre un miliardo di euro che non è mai stata pagata.
Cosa sta succedendo lungo le sponde del Mar Nero? Una mini guida per capire gli eventi e gli hashtag per seguirli sui social network.

1. Dov’è la Crimea?
La Crimea è una penisola ubicata sulla costa settentrionale del Mar Nero e che lo separa dal Mare di Azov. Più o meno questo lo hanno capito tutti (ora). Meno noto che è poco più grande della Lombardia (ha una superficie di circa 26.200 kmq) ed è abitata da 2 milioni di persone.
Gran parte del suo territorio fa parte della Repubblica Autonoma di Crimea.




2. Chi governa la Crimea?
Annessa di forza alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nel 1954 da Nikita Chruš?ëv, la Crimea ha proclamato la propria indipendenza nel maggio del 1992, due anni e mezzo dopo la caduta del blocco sovietico.
Il governo autonomo decise comunque di rimanere all’interno dell’Ucraina ma come Repubblica Autonoma, con un proprio parlamento e un governo che hanno sede a Simferopol.
Lo scorso 27 febbraio, sull’onda degli eventi che in Ucraina hanno portato alla destituzione del Presidente Vicktor Yanukovich, un gruppo di uomini armati ha preso possesso del Parlamento di Simferopol e ha sostituito il governo in carica con un nuovo esecutivo filo russo guidato da Sergiy Aksyonov.
Il nuovo governo e le forze che lo sostengono sono contrarie alla politica europeista dei rivoluzionari Ucraini.

3. Chi abita la Crimea?
Il 57% della popolazione della Crimea è composta da Russi e il 27% da Ucraini. I primi non hanno mai visto con favore l’annessione all’Ucraina del 1954 né tanto meno la decisione di rimanere sotto il controllo di Kiev in epoca post sovietica, seppure come Repubblica Autonoma.
Nei giorni scorsi il Parlamento di Simferopol, sotto la pressione della piazza, è stato costretto a indire un referendum per il prossimo 30 marzo sull’ estensione dell’autonomia della Crimea. Di fatto la popolazione della penisola sarà chiamata a votare sulla secessione dall’Ucraina e sull’adesione a una politica filo russa.

4.
Chi sono i tartari?

I tartari sono l’etnia musulmana della Crimea e oggi rappresentano il 12% della popolazione della Repubblica Autonoma. Abitanti della penisola fin dal XV secolo, durante la Seconda Guerra Mondiale collaborarono con i tedeschi e per questo vennero deportati in massa da Stalin. Riuscirono a rientrare nella loro terra alla fine del conflitto, ma dovettero attendere Gorbaciov e la Perestrojka per ottenere nuovamente il voto e gli altri diritti civili.
Oggi, insieme alla minoranza ucraina, sostengono il governo filo europeista di Kiev, non hanno alcuna intenzione di diventare russi e sono apertamente ostili a Putin e alla politica di Mosca.

5. Perché la Crimea è importante dal punto di vista strategico?
La città di Sebastopoli, nella zona sud occidentale della Penisola di Crimea, è sede di una delle quattro flotte della marina militare russa e ospita 11.000 effettivi e circa 60 navi. Nonostante la città e il porto si trovino in pieno territorio della Repubblica Autonoma di Crimea sono, di fatto, pienamente controllati dalla Russia.

Nel 2010 il parlamento russo e quello ucraino hanno ratificato un accordo che estende fino al 2042 la permanenza della flotta di Mosca a Sebastopoli, in cambio di uno sconto del 30% nelle forniture di gas russo a Kiev.

Il controllo del porto di Sebastopoli consente alla flotta russa di mantenere un importante presidio sulle coste che si affacciano sul Mar Nero e garantisce alla marina di Putin uno sbocco sul Mar di Marmara e, da qui, sul Mediterraneo. La perdita della Crimea comporterebbe quindi per i russi una significativa riduzione del potere e del raggio d’azione della sua flotta da guerra.

Scatti di guerra
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6. Che cosa c’entra Gazprom con quello che sta accadendo in Crimea e in Ucraina?
Gazprom è la più grande azienda russa del settore estrattivo, specializzata in gas naturale e petrolio. Le nazioni che dipendono da Gazprom per le forniture energetiche sono davvero tante. Tra queste Bosnia-Erzegovina, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia, Slovacchia, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca e Ucraina. E anche molti paesi occidentali tra cui Austria, Germania, Francia e Italia hanno affidato al colosso russo buona parte dei loro rifornimenti di gas.

Con la recente caduta del presidente ucraino filo russo Viktor Yanukovic e la salita al potere del governo di unità nazionale, Gazprom ha reso noto che l’Ucraina ha conti arretrati con l’azienda per 1,59 miliardi di dollari.
Se le fatture non verranno saldate al più presto, Gazprom sarà costretta a dimezzare le forniture di gas al paese e ad aumentare le tariffe.
La situazione è delicata, poiché l’Ucraina è attraversata dai principali gasdotti di Gazprom che trasportano il combustibile dai giacimenti siberiani verso tutta l’Europa. Se venissero bloccati, e Gazprom potrebbe farlo visto che dispone di gasdotti alternativi che non passano per il territorio ucraino, il paese sarebbe costretto a dichiarare default nel giro di qualche giorno. Le tariffe pagate da Gazprom al governo di Kiev sono infatti la principale fonte di entrata per il paese.

7. Che rapporto c’è tra Crimea e Italia?
I primi legami storici tra Italia e Crimea risalgono al 1855, quando il primo ministro sabaudo Cavour decise di intervenire nella guerra che vedeva contrapposta la Russia dello Zar Nicola I a Francia, Inghilterra e Turchia. Le truppe guidate dal Generale la Marmora si distinsero per efficacia e preparazione nella battaglia del fiume Cernaia.

Già dagli anni ‘20 dell’800 la Crimea era però la destinazione finale di un consistente flusso migratorio di italiani provenienti soprattutto dalla Puglia. Erano agricoltori, pescatori, marinai e manovali navali, attirati dalle opportunità di lavoro, dal mare ricco di pesce e dalle terre fertili.

Con l’avvento del regime comunista la vita degli italiani in Crimea divenne durissima: accusati di fascismo e collaborazionismo, tra il 1935 e il 1938 in molti sparirono nell’inferno delle purghe staliniane.
Oggi in Crimea abitano circa 500 italiani, residenti soprattutto nella zona di Kerc.

8. Come si stanno schierando i vari paesi e le organizzazioni sovranazionali?
Nei giorni scorsi il neo premier della Crimea Sergiy Aksyonov ha chiesto aiuto a Mosca per ripristinare l’ordine nella penisola. Il Parlamento russo, nel giro di poche ore, ha accolto la sua richiesta e ha inviato in Crimea truppe di terra mentre al largo del posto di Sebastopoli si sono schierate alcune navi da guerra e due sottomarini russi.

L’Ucraina, dal canto suo, non riconosce però il alcuna autorità al nuovo esecutivo della Crimea e minaccia di interrompere ogni rapporto con Mosca. Il presidente americano Obama, nel corso di una lunga, telefonata, ha invitato Putin a ritirare le truppe dalla Crimea, mentre il governo di Kiev, a sua volta, chiede a Stati Uniti, NATO e Unione Europa di intervenire.
Fino ad oggi i paesi dell’UE si sono limitati a condannare l’occupazione russa della Crimea e giocare la carta della diplomazia, che però sembra non dare i frutti sperati. Putin ha ribadito allo stesso Obama che la Russia “farà di tutto per proteggere i propri interessi” e nel frattempo ha chiesto ai militari di Sebastopoli e Simferopol asserragliati all'interno delle caserme di consegnare le armi e arrendersi all'esercito russo.

9. Quali saranno le conseguenze?

Al momento è difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni. L’annessione della Crimea da parte della russia porterà sicuramente a condanne e sanzioni da parte della comunità internazionale, che mineranno ulteriormente la già provata economia russa. Questo gesto potrebbe velocizzare inoltre l’adesione della Georgia alla NATO, rendendo così ancora più precaria la sicurezza russa lungo i confini.

Gli analisti sono concordi nell’affermare che la minoranza tartara non si sottometterà tanto facilmente a un eventuale governo russo della penisola, gettando così le basi per un nuovo conflitto etnico che presenterebbe inquietanti somiglianze con la guerra in Cecenia.

10. Social Bonus. Quali sono gli hashtag per seguire la crisi in diretta?

Per seguire sui social network ciò che sta succedendo in Crimea e in Ucraina si possono utilizzare questi hashtag:
#Euromaidan #Crimea #Ukraine #Russia #Tymoshenko #Putin #Crimeainvasion.
Un personaggio da seguire è invece l'ex campione di scacchi Garry Kasparov

4 marzo 2014 Rebecca Mantovani
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