6. Che cosa c’entra Gazprom con quello che sta accadendo in Crimea e in Ucraina?
Gazprom è la più grande azienda russa del settore estrattivo,
specializzata in gas naturale e petrolio. Le nazioni che dipendono da
Gazprom per le forniture energetiche sono davvero tante. Tra queste
Bosnia-Erzegovina, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia, Slovacchia,
Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca e Ucraina. E anche molti paesi
occidentali tra cui Austria, Germania, Francia e Italia hanno affidato
al colosso russo buona parte dei loro rifornimenti di gas.
Con la recente caduta del presidente ucraino filo russo Viktor Yanukovic
e la salita al potere del governo di unità nazionale, Gazprom ha reso
noto che l’Ucraina ha conti arretrati con l’azienda per 1,59 miliardi di
dollari.
Se le fatture non verranno saldate al più presto, Gazprom sarà costretta
a dimezzare le forniture di gas al paese e ad aumentare le tariffe.
La situazione è delicata, poiché l’Ucraina è attraversata dai principali
gasdotti di Gazprom che trasportano il combustibile dai giacimenti
siberiani verso tutta l’Europa. Se venissero bloccati, e Gazprom
potrebbe farlo visto che dispone di gasdotti alternativi che non passano
per il territorio ucraino, il paese sarebbe costretto a dichiarare
default nel giro di qualche giorno.
Le tariffe pagate da Gazprom al governo di Kiev sono infatti la
principale fonte di entrata per il paese.
7. Che rapporto c’è tra Crimea e Italia?
I primi legami storici tra Italia e Crimea risalgono al 1855, quando il
primo ministro sabaudo Cavour decise di intervenire nella guerra che
vedeva contrapposta la Russia dello Zar Nicola I a Francia, Inghilterra e
Turchia. Le truppe guidate dal Generale la Marmora si distinsero per
efficacia e preparazione nella battaglia del fiume Cernaia.
Già dagli anni ‘20 dell’800 la Crimea era però la destinazione finale
di un consistente flusso migratorio di italiani provenienti soprattutto
dalla Puglia. Erano agricoltori, pescatori, marinai e manovali navali,
attirati dalle opportunità di lavoro, dal mare ricco di pesce e dalle
terre fertili.
Con l’avvento del regime comunista la vita degli italiani in Crimea
divenne durissima: accusati di fascismo e collaborazionismo, tra il 1935
e il 1938 in molti sparirono nell’inferno delle purghe staliniane.
Oggi in Crimea abitano circa 500 italiani, residenti soprattutto nella zona di Kerc.
8. Come si stanno schierando i vari paesi e le organizzazioni sovranazionali?
Nei giorni scorsi il neo premier della Crimea Sergiy Aksyonov ha chiesto
aiuto a Mosca per ripristinare l’ordine nella penisola. Il Parlamento
russo, nel giro di poche ore, ha accolto la sua richiesta e ha inviato
in Crimea truppe di terra mentre al largo del posto di Sebastopoli si
sono schierate alcune navi da guerra e due sottomarini russi.
L’Ucraina, dal canto suo, non riconosce però il alcuna autorità al nuovo
esecutivo della Crimea e minaccia di interrompere ogni rapporto con
Mosca.
Il presidente americano Obama, nel corso di una lunga, telefonata, ha
invitato Putin a ritirare le truppe dalla Crimea, mentre il governo di
Kiev, a sua volta, chiede a Stati Uniti, NATO e Unione Europa di
intervenire.
Fino ad oggi i paesi dell’UE si sono limitati a condannare l’occupazione
russa della Crimea e giocare la carta della diplomazia, che però sembra
non dare i frutti sperati. Putin ha ribadito allo stesso Obama che la
Russia “farà di tutto per proteggere i propri interessi” e nel frattempo
ha chiesto ai militari di Sebastopoli e Simferopol asserragliati
all'interno delle caserme di consegnare le armi e arrendersi
all'esercito russo.
9. Quali saranno le conseguenze?
Al momento è difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni.
L’annessione della Crimea da parte della russia porterà sicuramente a
condanne e sanzioni da parte della comunità internazionale, che
mineranno ulteriormente la già provata economia russa. Questo gesto
potrebbe velocizzare inoltre l’adesione della Georgia alla NATO,
rendendo così ancora più precaria la sicurezza russa lungo i confini.
Gli analisti sono concordi nell’affermare che la minoranza tartara non
si sottometterà tanto facilmente a un eventuale governo russo della
penisola, gettando così le basi per un nuovo conflitto etnico che
presenterebbe inquietanti somiglianze con la guerra in Cecenia.
10. Social Bonus. Quali sono gli hashtag per seguire la crisi in diretta?
Per seguire sui social network ciò che sta succedendo in Crimea e in Ucraina si possono utilizzare questi hashtag:
#Euromaidan #Crimea #Ukraine #Russia #Tymoshenko #Putin #Crimeainvasion.
Un personaggio da seguire è invece l'ex campione di scacchi Garry Kasparov