Storia

Festa internazionale della donna 2021: quali Paesi garantiscono l'uguaglianza tra uomini e donne?

Una riflessione nel giorno della Festa internazionale della donna 2021: i Paesi che garantiscono la parità di genere si contano sulle dita di due mani.

Gli uomini e le donne sono uguali, cantava Cesare Cremonini nell'ormai lontano 2002. Sì, così dovrebbe essere. Ma se è vero che almeno lo spirito della legge è uguale per tutti, stupisce scoprire – nella ricorrenza della Festa internazionale della donna 2021 – che solo dieci Paesi in tutto il mondo offrano piena tutela giuridica alle donne (e l'Italia non è tra quei dieci). Secondo uno studio molto articolato commissionato dalla Banca Mondiale (World Bank), i Paesi più virtuosi sono: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Portogallo e Svezia. Solo questi garantirebbero una vera e propria parità di diritti tra uomini e donne, perlomeno da un punto di vista legale, totalizzando il massimo dei punti (100) in base agli indicatori della Banca Mondiale.

Questo matrimonio non s'ha da fare! Secondo la World Bank l'Italia (97,5 punti) sarebbe quasi perfetta, se non fosse per l'articolo 89 del Codice Civile, che recita «non può contrarre matrimonio la donna, se non dopo trecento giorni dallo scioglimento, dall'annullamento o dalla cessazione degli effetti civili del precedente matrimonio». Al pari dell'Italia troviamo Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Spagna e Regno Unito. Fanalini di coda della classifica sono il Kuwait (28,8 punti), lo Yemen (26,9) e Gaza (26,3).

Tutela legale donne
Solo dieci Paesi garantiscono l'uguaglianza davanti alla legge tra uomini e donne. L'Italia è al pari di Spagna, Germania e Gran Bretagna. Le leggi considerate nella classifica riguardano la libertà di movimento, il lavoro, lo stipendio, il matrimonio, la genitorialità, l'imprenditorialità, il patrimonio e la pensione. © Statista

USA meno virtuosi. Stupiscono gli Stati Uniti, che con 91,3 punti si piazzano al pari di Kosovo e Taiwan e peggio di Perù e Paraguay. Ad abbassare il punteggio degli USA, la mancanza di leggi che sanciscano il diritto di una donna a ricevere uno stipendio pari a quello di un uomo (in Italia c'è, dal 2006) e quello a un congedo di maternità pagato di almeno 14 settimane (in Italia sancito dall'articolo 16 del decreto legislativo nr 151), oltre al fatto che i periodi di assenza dal lavoro per la cura dei figli non vengono considerati ai fini del calcolo della pensione.

C'è chi sta molto peggio. In alcuni dei Paesi che occupano la parte bassa della classifica può essere difficile - se non impossibile - trovare una legge che consideri le donne sullo stesso piano degli uomini. Nello Yemen, per esempio, un uomo può divorziare unilateralmente dalla moglie, che ha l'obbligo di obbedire al marito durante il matrimonio; una donna non può richiedere un passaporto con la stessa facilità con cui può farlo un uomo, e non esistono leggi che puniscano la violenza domestica e sul lavoro.
 
Anche se abbiamo ancora molta strada da fare, si tratta di realtà lontane da noi, con le quali però devono confrontarsi ogni giorno milioni di donne: riflettiamoci, tra una mimosa e l'altra, in questo 8 marzo.

7 marzo 2021 Chiara Guzzonato
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