La notte di Natale del 1968 l'equipaggio dell'Apollo 8 assistette alla prima alba terrestre vista dallo spazio. E non erano preparati! (Alessandro Bolla, 24 dicembre 2008)
Per Frank Borman, William Alison Anders e James Lovell la notte di Natale del 1968 fu un giorno veramente straordinario. I tre americani furono infatti i primi spettatori di un'alba speciale, in cui a sorgere non fu il Sole, ma la Terra. Il loro punto di osservazione, davvero privilegiato, era la cabina dell’Apollo 8, in orbita attorno alla Luna, per la prima volta con un equipaggio umano. Nessuno di loro, ma nemmeno il controllo missione di Huston, era preparato ad assistere a un simile spettacolo: nei lunghi mesi di addestramento che avevano preceduto la missione si era pensato a ogni dettaglio ma non a questo. I tre astronauti si resero però immediatamente conto di essere protagonisti di un momento che sarebbe passato alla storia e stravolgendo il rigidissimo programma della missione "persero tempo" a immortalare le prime immagini della Terra che sorgeva nell’ombra proiettata dalla Luna. La prima immagine fu scattata in bianco nero dal comandante Borman, con una Hasselblad da banco, la prima macchina fotografica che gli capitò tra le mani. L’emozione degli astronauti e la concitazione di quegli attimi sono tutte nelle poche battute che i tre si scambiarono in quegli istanti (i numeri indicano l’orario calcolato in ore, minuti e secondi dal decollo):
075:47:30 Anders o Borman: Oh mioddio! Guarda laggiù. La Terra sta venendo fuori. Fantastico.
075:47:37 Borman o Anders : Non scattare la foto. Non è previsto.
075:47:39 Borman: [Ridendo] Hai una pellicola a colori Jim?
075:47:46 Anders: Passami una pellicola a colori, presto...
075:47:48 Lovell: È incredibile
075:47:50 Anders: ... Muoviti. Fa presto!
075:47:54 Borman: Incredibile
075:47:55 Lovell: E laggiù?
075:47:56 Anders: Passami una pellicola a colori. Quella con l’involucro colorato
075:48:01 Anders: Fa presto!
075:48:06 Borman: Trovata?
075:48:08 Anders: Sì, la sto cercando.
075:48:10 Lovell: È la C 368.
075:48:11 Anders: Qualunque pellicola, muoviti!
075:48:13 Lovell: Eccola.
075:48:17 Anders: Bene, pensavo l’avessimo dimenticata.
075:48:31 Lovell: Hey, ce l’ho qui!
075:48:33 Anders: Fammi vedere da questo oblò. È molto più pulito.
075:48:37 Lovell: Bill l’ho inquadrata. È pulito.
075:48:41 Anders: Sì.
075:48:42 Borman: Bene, scattane tante
075:48:43 Lovell: Scattane tante. Dai passa a me.
075:48:44 Anders: Aspetta un attimo, fammi controllare le impostazioni della macchina. E calmiamoci tutti.
075:48:47 Borman: Calma, Lovell.
075:48:49 Lovell: Che scatto meraviglioso.
075:48:54 Lovell: 250 a f/11.
075:49:07 Anders: Okay.
075:49:08 Lovell: Ok, adesso varia. Varia un po’ l’esposizione
075:49:09 Anders: L’ho fatto. Ne ho fatte due.
075:49:11 Lovell: Sei sicuro di averle scattate?
075:49:12 Anders: Sì le abbiamo, le abbiamo!
075:49:17 Lovell: Scattane ancora una, Bill.
Sono passati 40 anni e le immagini della Terra vista dallo spazio non sono più così rare, ma secondo Chris Riley, produttore e curatore di numerosi documentari sullo spazio, queste immagini, insieme ad altre arrivate dalle missioni successive, contribuirono in maniera determinante allo sviluppo dei movimenti verdi degli anni ’70, perché mostrarono per la prima volta la Terra in tutta la sua meraviglia e vulnerabilità.