Il sottosuolo di Londra è ricco di tesori archeologici, che stanno emergendo nel corso degli scavi per la realizzazione della Crossrail, il progetto di una nuova linea ferroviaria cittadina. L'ultimo in ordine di tempo, è un mucchio di crani accatastati - 20, per la precisione - risalenti al 300-400 d.C., quando la città faceva parte dell'Impero Romano.
I teschi sono stati ritrovati a 3 metri sotto terra in corrispondenza di Liverpool Street, in una delle anse del Walbrook, un antico fiume che un tempo divideva la parte est e la parte ovest della città, poi coperto nel 15esimo secolo. La fanghiglia residua del corso d'acqua ha preservato le ossa fino a noi.
I reperti si trovavano non lontano da un sito di sepoltura, il cimitero di Bedlam, che è tutto fuorché di epoca romana: risale infatti al 17esimo secolo. Secondo gli archeologi che seguono gli scavi, è possibile che i corpi - tutti interi - si trovassero in un vicino luogo di sepoltura, e che le teste si siano staccate dal resto dello scheletro per via della corrente, rotolando lungo il corso del fiume per accatastarsi tutte nello stesso luogo.
Del resto, la datazione dei crani corrisponde al periodo in cui i Romani non cremavano i propri morti, ma li seppellivano. Le leggi romane imponevano che i defunti trovassero riposo all'esterno delle mura, «ma è inusuale trovarne così tanti concentrati in una sola area che non sia un cimitero» ha commentato Nicholas Elsden, del Museo Archeologico di Londra. «Stiamo cercando di capire ora come i romani considerassero i propri defunti. È difficile immaginare che si lasci che un moderno cimitero venga lambito dalle acque di un fiume». Una possibilità è che in quell'epoca non esistesse, nella zona, molta terra asciutta disponibile.
Ulteriori analisi accerteranno il sesso e l'età delle salme, la loro provenienza e - dai residui dentali - che cosa mangiavano, così come il reale motivo della loro morte (alcune speculazioni indicherebbero che siano morti decapitati nel corso della ribellione guidata contro i romani da Budicca, regina della tribù degli Iceni, nell'Inghilterra orientale).
Questa è solo l'ultima di una lunga serie di scoperte sulla linea di lavori per la nuova ferrovia: non è da escludere che da qui al 2018, anno del suo previsto completamento, ne emergano altre. Soltanto negli ultimi mesi, gli scavi hanno riportato alla luce diversi cadaveri risalenti all'epoca della Morte Nera, la peste della metà del 1300, e i resti lignei di una rete di trasporto dell'Età del Bronzo.
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